mercoledì 25 dicembre 2019

RAFFAELLO SANZIO - LA TECNICA PITTORICA

Come dipingeva Raffaello Sanzio? Scopriamo quale era il suo processo artistico e come realizzava le sue opere. Chi influenzò Raffaello? e quale tecnica pittorica era in uso nel periodo in cui egli visse ed operò? Cerchiamo, seppur sinteticamente di elaborare attraverso alcuni punti fondamentali il suo modo di dipingere e di iniziare un quadro. Vediamo infine una sintetica nota finale su come egli dipingeva gli affreschi e come rendeva magistralmente le stoffe e gli indumenti.


Raffaello Sanzio La tecnica pittorica - particolare dello sposalizio della vergine
Raffaello - Lo Sposalizio della Vergine - (particolare)




Raffaello Sanzio fu uno dei maggiori artisti italiani del periodo rinascimentale. Per ogni pittore o amante dell'arte, cercare di indagare il modo di operare dei grandi maestri è senz'altro di fondamentale importanza. Certo dipingere come lui è impossibile, e forse è anche inutile provarci, quello che però possiamo fare, noi pittori attivi in questa epoca, è tentare di avvicinarci alla sua tecnica per comprenderla, e magari in parte, farla propria e applicarla nelle nostre opere contemporanee.



CHI ERA RAFFAELLO



Raffaello Sanzio nacque a Urbino il 28 marzo 1483 e contrariamente ad altri famosi pittori e scultori della sua epoca,  non fu un artista irrequieto o dal temperamento tumultuoso, ma al contrario egli fu un caratterizzato da una grande serenità d'animo, bellezza interiore (ed esteriore) che lo condusse a realizzare opere straordinarie ed immortali. 

Dopo i primi insegnamenti di Giovanni Santi e Timoteo Viti, nel 1499 Raffaello entrò nella bottega del Perugino, cosa che determinò il sorgere e il progredire della sua carriera artistica.

Raffaello Sanzio, nella sua luminosa, seppur breve,  carriera ebbe tre momenti fondamentali:


  1. Il periodo sotto la guida del suo maestro Il Perugino. E' il periodo della sua formazione e dalle opere giovanili caratterizzate da freschezza e grazia unite ad un sentimento vivo e gioioso. I colori che Raffaello utilizza in questo periodo sono chiari e luminosi.
  2. Il periodo di lavoro in Firenze. Nel 1504 Raffaello Sanzio si trasferisce a Firenze dove può ammirare ed apprendere dall'opera di Giotto, del Masaccio, di Botticelli e di Filippino. Da Leonardo apprende il chiaroscuro, la tecnica del colore e della prospettiva pittorica. Da Fra' Bartolomeo lo stile e l'armonia della composizione, applicandosi soprattutto a soggetti di Madonne e Sacre Famiglie. I quadri del periodo fiorentino sono soprattutto da cavalletto o pale d'altare.
  3. Il periodo di lavoro a Roma. Dal 1508 Raffaello è a Roma dove vi rimane per 12 anni, fino alla morte prematura dovuta ad una febbre improvvisa di origine sconosciuta. In questo lasso di tempo Raffaello dipinge opere monumentali ed immortali quali a titolo di esempio, l'affresco della Scuola di Atene e le Logge vaticane che gli furono commissionate da Papa Leone X. In molti degli affreschi di questo periodo romano, si sente l'influsso che Michelangelo e gli affreschi della Cappella Sistina, esercitarono su questo giovane e talentuoso artista.

Raffaello, come è noto, morì giovane, all'età di soli 37 anni.




LA SUA TECNICA PITTORICA


Nonostante la prematura ed improvvisa scomparsa, di Raffaello non rimangono opere incompiute che possano far chiaramente intuire la tecnica che egli utilizzava.


Anche La Trasfigurazione, il dipinto che Raffaello Sanzio stava ultimando quando purtroppo morì, fu portato a termine dai suoi allievi. 


Ogni opera di Raffaello fu sempre portata ad un grado di massima compiutezza per cui risulta particolarmente difficile individuare con esattezza quale fosse il metodo seguito da questo grande maestro. Tuttavia dall'analisi si diverse sue opere sembra possibile intuire lo stesso procedimento utilizzato da Leonardo, Fra Bartolomeo, dal Perugino (suo maestro), dal Verrocchio, Bellini, Giorgione, Correggio, Antonello da Messina e da altri grandi artisti coevi.



Questo metodo consisteva:


  • Nel disegnare l'insieme del soggetto in modo molto accurato, questo soprattutto in Raffaello;  negli altri artisti sopra citati il disegno spesso era più sommario e meno dettagliato.

  • nel rendere il disegno a chiaroscuro utilizzando un bruno piuttosto liquido, oppure del bianco e nero

  • il disegno e il chiaroscuro venivano eseguiti sul bianco della tavola preparata a gesso

  • Su questa impostazione così eseguita, ed una volta completamente asciutta, Raffaello applicava, una tinta brunastra liquida  (di colore molto simile al bitume) su tutta la superficie. Questa velatura bruno-giallastra, risulta accertata nella Madonna Colonna conservata al museo di Berlino e nell'autoritratto esposto agli Uffizi di Firenze; così come anche in altre opere. Inoltre, il Perugino, suo maestro, adottava analoga esecuzione tecnica.

  • Sul chiaroscuro così eseguito, Raffaello procedeva con l'apposizione dei colori. 

  • Agli inizi della sua carriera Raffaello stendeva sul chiaroscuro delle velature fatte con colori molto brillanti e puri che lavorava con sottili tratteggi di bruni o con della terra rossa. 

  • Nei suoi ultimi lavori invece, il colore è applicato in modo più spedito e disinvolto, senza cioè i tratteggi, ma modellato più a pasta e meno a velatura.


Approfondisci con l'articolo dedicato alla tecnica pittorica di Leonardo, dal quale Raffaello fu particolarmente influenzato.

Note  


  • Negli affreschi di Raffaello, nelle zone in cui vi sono delle avarie, si può notare questo metodo del chiaroscuro sottostante il colore. D'altronde è anche bene ricordare che questa tecnica, del chiaroscuro in bianco e nero, utilizzata da Raffaello e dagli altri maestri dell'epoca, costituiva il metodo tecnico più conosciuto e largamente utilizzato fino circa agli '30 del 1600.

  • Nella resa pittorica delle stoffe il procedimento che Raffaello Sanzio utilizza è costituito da una campitura di colore su cui venivano formate le ombre utilizzando lo stesso colore, ma più scuro; le luci invece erano illuminate dallo lo stesso colore, però più chiaro

  • Raffaello usava anche campire con la terra di Siena bruciata (quindi un colore caldo) le stoffe e gli indumenti che nelle sue figure dovevano essere realizzate in verde o in azzurro, caratteristica osservabile ad esempio nel mantello di Omero nel Parnaso (da ROSA L.A. La tecnica della pittura - S.E.I Milano)



Prosegui l'approfondimento delle tecniche dei grandi maestri della pittura con gli articoli:



Rembrandt - la tecnica pittorica dei maestri


Canaletto - la tecnica pittorica dei maestri



Fonte bibliografica
La tecnica della pittura a olio e del disegno artistico. Gino Piva - Hoepli


Fonte immagini Pixabay


Pinacoteca di Brera a Milano : vedi il sito ufficiale



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