Questo articolo è tratto dallo studio che ho svolto per scrivere la mia tesi di laurea in Accademia di Brera, e che percorre l’ evoluzione del concetto di “seconda vista”,
nato col primo romanticismo alla fine del ‘700, che fu alla base della
poetica di tutti quei pittori che distolsero il loro sguardo dalla realtà
esteriore per rivolgerlo verso sé.
La mia ricerca inizia con l’esame del Romanticismo e l’analisi del mutamento dello sguardo dell’artista, che dalla mimesi della natura passa alla rappresentazione di un mondo interiore ricreato con il filtro del proprio sentimento e della propria passione.
Ho cercato poi di rintracciare la sopravvivenza e l’evoluzione, sia della poetica romantica, che è riscontrabile in numerosi artisti anche di epoche successive a quella cui si fa storicamente risalire il Romanticismo, sia della convinzione che l’artista, attraverso il proprio sentire possa rappresentare il paesaggio della propria anima, utilizzando gli stessi meccanismi creativi propri della natura, ottenendo così un’opera che, pur muovendo dalla natura, possa giungere ad essere una creazione totalmente autonoma e differente.
Van Gogh - olio su tela |
La mia ricerca inizia con l’esame del Romanticismo e l’analisi del mutamento dello sguardo dell’artista, che dalla mimesi della natura passa alla rappresentazione di un mondo interiore ricreato con il filtro del proprio sentimento e della propria passione.
Ho cercato poi di rintracciare la sopravvivenza e l’evoluzione, sia della poetica romantica, che è riscontrabile in numerosi artisti anche di epoche successive a quella cui si fa storicamente risalire il Romanticismo, sia della convinzione che l’artista, attraverso il proprio sentire possa rappresentare il paesaggio della propria anima, utilizzando gli stessi meccanismi creativi propri della natura, ottenendo così un’opera che, pur muovendo dalla natura, possa giungere ad essere una creazione totalmente autonoma e differente.
LA SECONDA VISTA NELL'OPERA DEGLI ARTISTI ROMANTICI
Per rintracciare il concetto di “seconda
vista” ho esaminato l’opera di quegli artisti che misero al primo posto, nella
loro poetica, la metaforica chiusura dell’occhio fisico, a favore dell’occhio
interiore. Friedrich, Runge, Blake e Fussli, visionari nel loro modo di
concepire la pittura, rimanevano all’apparenza, e ad una prima superficiale
considerazione, attenti ad una figurazione legata al reale, ma Caspar David Freidrich afferma “Chiudi
il tuo occhio fisico, al fine di vedere il tuo quadro con l’occhio dello
spirito (...)“
L’ansia di superare le barriere dei sensi portava a sostituire all’occhio fisico, l’occhio dello spirito con l’intenzione di fare emergere dalla notte e dal sogno, in cui era nata, una realtà diversa da quella visibile. O meglio diversa da quella normalmente reperibile dal semplice contatto visivo: la ricerca di una realtà oltre l’apparenza delle cose.
Fussli e Blake furono eccellenti interpreti del mistero, del sogno e della notte; e considerarono l’opera d’Arte come il prodotto di una percezione creativa in quanto esperienza mentale ed onirica. Nei classici e nei realisti il mondo si identificava con la realtà oggettiva; successivamente questa realtà viene disprezzata dal romantico che pretende di sostituirla con un mondo di propria creazione, in accordo con il proprio “Io”.
Baudelaire e Delacroix furono affratellati dalla certezza di possedere una seconda vista capace di penetrare le apparenze illusorie del mondo, dietro le quali, celate da un aspetto familiare vi si trovano i misteri della Natura e dell’animo dell’uomo.
Leggi anche: Come funziona una mente creativa
L’ansia di superare le barriere dei sensi portava a sostituire all’occhio fisico, l’occhio dello spirito con l’intenzione di fare emergere dalla notte e dal sogno, in cui era nata, una realtà diversa da quella visibile. O meglio diversa da quella normalmente reperibile dal semplice contatto visivo: la ricerca di una realtà oltre l’apparenza delle cose.
Fussli e Blake furono eccellenti interpreti del mistero, del sogno e della notte; e considerarono l’opera d’Arte come il prodotto di una percezione creativa in quanto esperienza mentale ed onirica. Nei classici e nei realisti il mondo si identificava con la realtà oggettiva; successivamente questa realtà viene disprezzata dal romantico che pretende di sostituirla con un mondo di propria creazione, in accordo con il proprio “Io”.
Baudelaire e Delacroix furono affratellati dalla certezza di possedere una seconda vista capace di penetrare le apparenze illusorie del mondo, dietro le quali, celate da un aspetto familiare vi si trovano i misteri della Natura e dell’animo dell’uomo.
Leggi anche: Come funziona una mente creativa
NUOVI MODI DI VEDERE: IL PAESAGGIO INTERIORE
La percezione visiva razionale, propria del pensiero
scientifico secentesco e di parte del Settecento,viene ad essere considerata
come incapace di giungere al cuore della
realtà; solo il nuovo tipo di visione, rivolta verso l’interno e non
determinata solo dalla ragione ma largamente influenzata dall’emotività, può
restituire immagini cariche di una speciale forza magica. Le immagini mitiche e
simboliche nate da una visione mentale ed interna divengono esse stesse realtà.
Il punto di partenza fu l’era della rivoluzione
industriale, che comportò un grande interesse, da parte degli artisti, per le
epoche primitive e per la Natura selvaggia, che vengono vissuti come un bene
prezioso che scompare, andando irrimediabilmente perduto. E’ proprio in questi
scenari che si affacciano i nuovi “miti” generalmente attinenti al rapporto
uomo e Natura, uomo e profondità della propria psiche - che viene ad essere
considerata come un vero e proprio universo parallelo.
Ecco che allora è proprio la pittura di paesaggio ad essere considerata come il veicolo privilegiato per rappresentare l’interiore: P.O.Runge considera il paesaggio come la più pura forma d’Arte in quanto egli vede nella natura i simboli della redenzione cristiana mentre C.D.Friedrich rappresenta la natura come pretesto visibile per arrivare all’invisibile e al proprio paesaggio interiore.
Leggi anche: DIPINGERE IL PRIMO PASSO DA COMPIERE E' IMPARARE A VEDERE
Ecco che allora è proprio la pittura di paesaggio ad essere considerata come il veicolo privilegiato per rappresentare l’interiore: P.O.Runge considera il paesaggio come la più pura forma d’Arte in quanto egli vede nella natura i simboli della redenzione cristiana mentre C.D.Friedrich rappresenta la natura come pretesto visibile per arrivare all’invisibile e al proprio paesaggio interiore.
Leggi anche: DIPINGERE IL PRIMO PASSO DA COMPIERE E' IMPARARE A VEDERE
LA SECONDA VISTA DELL’ARTISTA |
ENERGIA VITALE E NATURA
In seno alla concezione
romantica della natura, si sviluppa, il
concetto di Energia intesa come quel flusso che attraversa la Natura e
l’uomo stesso e che diviene per i romantici metafora dell’Arte. Energia, intesa
come slancio vitale, che guida l’azione umana e
diviene elemento costitutivo dell’ opera d’Arte che da imitazione della
natura diviene imitazione del procedimento che la crea.
L’artista,
quindi, comincia a scegliere di rappresentare in modo molto personale una sua
realtà: per esempio Goya enfatizza una determinata dimensione e raffigura le
proprie angosce dando vita ad immagini grottesche che scopre nel suo profondo;
Van Gogh, Paul Gauguin e gli espressionisti della Brucke, utilizzano il colore
in modo diverso dalle regole accademiche, caricando il dipinto di cromatismi
che recano significati personali.
Turner, decide di deformare l’immagine piegandola ai propri sentimenti interiori, per questo fu un grande precursore in considerazione del fatto che, per la prima volta nella storia della pittura, un artista abbandona il “soggetto” e scopre il colore, la materia, la luce, il gioco delle forme e i loro ritmi.
Agli inizi del ‘900 Vasilij Kandinskij elimina qualsiasi dimensione figurativa riempiendo lo spazio di colori e di forme allo scopo di esprimere emozioni e sensazioni al fine di assecondare la propria “necessità interiore” che consiste nell’adozione della forma necessaria a raggiungere l’anima delle cose.
Franz Marc volta le spalle all’uomo contemporaneo e alla sua tecnica per rifugiarsi in una natura primitiva e nel misticismo del regno animale. Infine la Metafisica di De Chirico si propone di cercare una “seconda realtà” decontestualizzando gli oggetti dal loro uso consueto per rendere palese il significato nascosto dietro l’apparenza delle cose.
Turner, decide di deformare l’immagine piegandola ai propri sentimenti interiori, per questo fu un grande precursore in considerazione del fatto che, per la prima volta nella storia della pittura, un artista abbandona il “soggetto” e scopre il colore, la materia, la luce, il gioco delle forme e i loro ritmi.
Agli inizi del ‘900 Vasilij Kandinskij elimina qualsiasi dimensione figurativa riempiendo lo spazio di colori e di forme allo scopo di esprimere emozioni e sensazioni al fine di assecondare la propria “necessità interiore” che consiste nell’adozione della forma necessaria a raggiungere l’anima delle cose.
Franz Marc volta le spalle all’uomo contemporaneo e alla sua tecnica per rifugiarsi in una natura primitiva e nel misticismo del regno animale. Infine la Metafisica di De Chirico si propone di cercare una “seconda realtà” decontestualizzando gli oggetti dal loro uso consueto per rendere palese il significato nascosto dietro l’apparenza delle cose.
Nella contemporaneità se esaminiamo, ad esempio, il lavoro di Officina
Milanese che è, come lo definisce il suo ideatore Alessandro Riva, il luogo
non fisico in cui quattro pittori lombardi – Frangi, Petrus, Pignatelli
e Velasco – sono idealmente uniti e in cui trovano, gli uni nei quadri degli
altri, spunti, suggestioni, comuni intenzioni.
La città da loro rappresentata è osservata con sguardo diverso, per
questi pittori, il problema da risolvere è, sin dall’inizio, quello di guardare il consueto, con occhi differenti.
Approfondimento: NEURONI SPECCHIO, IL CERVELLO-ARTISTA
Approfondimento: NEURONI SPECCHIO, IL CERVELLO-ARTISTA
L’epilogo
di questo studio è che, in
considerazione della molteplicità di percorsi che l’arte contemporanea ha
intrapreso risulta particolarmente difficile poter stabilire se l’esperienza
dei pittori romantici e di tutti quei pittori che dal romanticismo hanno tratto
una importante fonte di insegnamento ed ispirazione abbia oggi ancora una
attualità.
Certo è, che ogni qualvolta la creazione artistica fonda il proprio fare sulla rappresentazione della realtà interiore a discapito della realtà esterna e ogni qualvolta che la realtà esteriore non può subordinarsi a quella interiore; ecco allora, al di là di qualsiasi particolare percorso intrapreso da ciascun artista, i pittori romantici e la loro poetica assumono la valenza di un punto di riferimento importante ancora oggi, agli inizi del nuovo millennio.
Ritengo infine, che l’uomo ancora oggi avverta la stessa nostalgia per la natura, provata dall’artista romantico rimanendo intimorito e nel contempo affascinato dalle sue manifestazioni che possono essere terrificanti e distruttive, come anche amabili e rassicuranti.
Ancora oggi le tenebre e il male hanno spesso una forte attrattiva sull’uomo ed, in particolare, sull’artista contemporaneo; e tutto ciò dimostra, a mio avviso, l’attualità della ricerca romantica, offrendo la certezza che ancora oggi, l’artista disponga di quella “seconda vista” che lo rende sensibile testimone di una realtà nascosta da riportare all’attenzione del mondo.
Certo è, che ogni qualvolta la creazione artistica fonda il proprio fare sulla rappresentazione della realtà interiore a discapito della realtà esterna e ogni qualvolta che la realtà esteriore non può subordinarsi a quella interiore; ecco allora, al di là di qualsiasi particolare percorso intrapreso da ciascun artista, i pittori romantici e la loro poetica assumono la valenza di un punto di riferimento importante ancora oggi, agli inizi del nuovo millennio.
Ritengo infine, che l’uomo ancora oggi avverta la stessa nostalgia per la natura, provata dall’artista romantico rimanendo intimorito e nel contempo affascinato dalle sue manifestazioni che possono essere terrificanti e distruttive, come anche amabili e rassicuranti.
Ancora oggi le tenebre e il male hanno spesso una forte attrattiva sull’uomo ed, in particolare, sull’artista contemporaneo; e tutto ciò dimostra, a mio avviso, l’attualità della ricerca romantica, offrendo la certezza che ancora oggi, l’artista disponga di quella “seconda vista” che lo rende sensibile testimone di una realtà nascosta da riportare all’attenzione del mondo.
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