Strumenti, consigli e tecnica che un principiante acquarellista deve assolutamente conoscere!
Cassetta- tavolozza con colori a godets |
Vediamo in questo articolo i fondamenti e gli strumenti necessari ad un acquarellista ben organizzato e attrezzato di tutto punto per poter iniziare a dipingere ad acquarello, approfondendo alcuni metodi di questa affascinante tecnica pittorica.
UN ELENCO DEI MATERIALI NECESSARI PER DIPINGERE AD ACQUARELLO
Il cavalletto : La maggior parte dei cavalletti da pittura a olio, vanno altrettanto bene per la pittura ad acquarello. Ciò che conta è che siano leggeri, ma solidi (per poter dipingere eventualmente anche all'aperto) regolabili in altezza ed inclinazione, e che offrano la possibilità di reggere bene la tavola di legno su cui andremo a fissare la carta, oppure l'album rigido di fogli da acquarello.
Non esiste, tra i professionisti, unanimità circa l'inclinazione ottimale per dipingere ad acquarello. Alcuni si trovano a proprio agio a dipingere in verticale come avviene nella pittura ad olio, altri al contrario, preferiscono appoggiare su tavolo o terreno (o gambe!) la tavoletta con la carta su cui dipingere, altri ancora sostengono che l'inclinazione corretta si aggiri intorno ai 45 gradi.
Sarà l'artista a dover scegliere quale sia per lui e per la sua pittura ad acquarello, la posizione che meglio lo agevola nel dipingere.
La carta da acquarello : Nell'acquarello la carta assume un ruolo molto importante e determinante nella riuscita dell'opera. Per questo motivo, l'acquarellista sarà bene che investa nell'acquisto di una carta di un certo valore, soprattutto nel momento in cui avrà acquisito una buona capacità pittorica; agli inizi esistono comunque in commercio carte da acquarello valide ma non costosissime, sui cui fare i primi esercizi e sperimentare le tecniche.
Data la sua importanza, dedichiamo un capitolo a parte al discorso della carta (vedi più sotto).
I colori ad acquarello : I colori ad acquarello sono costituiti da pigmenti colorati di origine vegetale, minerale e animale, assemblati con acqua e gomma arabica, glicerina, miele e un prodotto conservante.
I colori, sul mercato sono disponibili nei seguenti formati:
- Godets di acquarelli secchi
- Godets di acquarelli umidi
- Tubetti di colori cremosi
- Bottigliette di acquarelli liquidi
La cassetta-tavolozza : Un assortimento base, che un acquarellista principiante dovrebbe procurarsi, al fine di poter disporre di una ampia gamma di colori ottenibili per mescolanza potrebbe essere il seguente:
- Giallo limone
- Giallo cadmio scuro
- Ocra gialla
- Terra d'ombra
- Seppia
- Rosso di cadmio
- Rosso Carminio
- Blu di cobalto
- Blu oltremare
- Blu di Prussia
- Grigio di Payne
- Nero d'avorio
Ritardanti, gomma liquida, vernici e altro : Il vero ed assoluto liquido indispensabile per l'acquarello è l'acqua del rubinetto. Detto questo, esistono comunque alcune soluzioni che possono rivelarsi utili per migliorare le caratteristiche dell'acqua. Queste soluzioni possono avere un effetto sui tempi di asciugatura ottenendo risultati di tipo ritardante oppure essicante.
La Glicerina: ha effetto ritardante e potrebbe rivelarsi utile se si dipinge all'aperto in una giornata ventosa o molto assolata; condizioni nelle quali l'acquarello di asciugherebbe con estrema rapidità (soprattutto se si dipinge con la tecnica a umido).
L'Alcool a 96°: sortisce un effetto contrario rispetto alla glicerina, serve cioè ad accelerare l'asciugatura dell'acquarello in situazioni di umido nell'aria, giornate nuvolose o piovose, o se ci si trova a dipingere in zone di mare cariche di umidità. Gli acquarellisti inglesi del XVIII secolo, sembra che utilizzassero a tale scopo, in luogo dell'alcool anche del cognac o dell'acquavite.
La gomma liquida è invece un preparato da stendere con il pennello su alcuni punti o zone del quadro, al fine di ottenere, una volta rimossa, un colpo di luce, uno scintillio, un bianco ramo sottile e altre piccole zone di luce bianca, data dal foglio sottostante non dipinto. Un risultato simile lo si può ottenere anche utilizzando un pastello a cera bianco da applicare sulle zone del foglio che si vogliono escludere dal colore.
Il fiele di bue: Stemperato con piccole quantità nel colore, permette una stesura sulla carta in maniera molto uniforme, migliorando l'ancoraggio del colore alla carta rendendo la pennellata maggiormente controllata. L'utilizzo del fiele di bue evita il nascere di alterazioni del tono o addensamenti non desiderati del colore. Per chi ama gli animali e rigetta l'idea (come nel mio caso) di utilizzare questo tipo di preparato, esiste però una soluzione alternativa; indicata al punto successivo)
Il fiele di bue si utilizza imbevendo il pennello direttamente nel flacone e stemperando poi il colore sulla tavolozza. Un altro modo per utilizzare il fiele di bue e quello di aggiungerlo nell'acqua di diluizione oppure nel caso di tecnica a umido, dipingendo su carta bagnata con acqua e fiele di bue.
Si tratta di un prodotto molto pregiato che non altera i colori nel tempo e non ne modifica le caratteristiche.
Il medio per acquarello: E' un prodotto composto da gomma arabica, glicerina e acqua. Soluzione lievemente opaca, specifica per la pittura ad acquarello. La gomma arabica ha la caratteristica di favorire una maggiore aderenza dei colori esaltandone contestualmente la trasparenza e la brillantezza.
Anche questo prodotto ha lo scopo di evitare la formazione di addensamenti di colore, che una volta essiccati provocherebbero delle sgradite chiazze di colore nel dipinto.
L'utilizzo di questo medio può essere mediante aggiunta all'acqua di diluizione oppure stemperandolo insieme al colore sulla tavolozza.
La vernice finale: Come per la pittura a olio, anche per i dipinti ad acquarello esiste una vernice finale da applicare sull'opera finita. Non tutti gli acquarellisti professionisti sono propensi all'utilizzo di questo passaggio finale, sostenendo che la caratteristica della pittura ad acquarello sia la sua opacità.
Alcuni pittori però, riservano l'applicazione della vernice finale sono in determinate zone del dipinto (ed in modo molto leggero) dove ci sono tinte scure o nere, perché questo colore asciugando perde una buona parte della sua forza, che è possibile esaltare attraverso la vernice finale.
Ciò che si sconsiglia di fare, è applicare la vernice finale in modo abbondante sul dipinto ad acquarello, perché ciò toglierebbe la sua freschezza rendendolo simile ad una stampa plastificata.
L'acqua : E' l'elemento base per la pittura ad acquarello, e seppur non esiste unanimità tra i pittori professionisti riguardo il numero di recipienti d'acqua da utilizzare (uno oppure due, in vetro o di plastica) diversi a seconda dello scopo di dipingere in studio oppure all'aperto, possiamo dire che in linea di massima sarebbe opportuno averne due: uno per pulire i pennelli e un altro per la diluizione del colore. Alcuni pittori ritengono però che sarebbe meglio utilizzare un solo recipiente, considerando il fatto che l'acqua si sporchi, come un vantaggio per l'armonizzazione dei colori che vengono in tal modo agganciati gli uni agli altri.
Leggi anche: Come ottenere l'armonia del colore in pittura
Per quanto concerne invece il tipo di recipiente per contener l'acqua, è bene che l'acquarellista che lavora all'aperto utilizzi recipienti in plastica (da riportare rigorosamente a casa una volta finito di dipingere) in quanto quelli in vetro potrebbero accidentalmente cadere e rompersi; in studio invece il vetro è senz'altro la soluzione migliore.
Qualunque sia la scelta, i recipienti devono avere una buona capacità (almeno di mezzo litro d'acqua) e avere una imboccatura larga; riciclare i vasetti vuoti della marmellata, ad esempio, potrebbe essere una buona soluzione.
I pennelli per dipingere ad acquarello, uso e manutenzione : Il pennello migliore per la pittura ad acquarello è quello di martora, ma per gli artisti amanti degli animali (come me) esistono dei buonissimi pennelli sintetici morbidi ed assorbenti al punto giusto, che svolgono perfettamente la loro funzione.
Esistono comunque altri pennelli sempre di origine animale quali i pennelli di pelo di mangusta, pelo di bue, pelo di cervo (giapponesi); sui quali però preferisco non soffermarmi, ritenendo che l'arte (se esiste nell'artista) possa essere efficacemente realizzata senza passare attraverso la sofferenza animale. Lo strumento è importante, ma la mano e la testa lo sono senz'altro di più.
I pennelli per acquarelli hanno diverse grandezze e vanno da una numerazione di 00, 0, 1, 2 e così via fino al n.24.
Un assortimento base di pennelli valido per un buon acquarellista dovrebbe comprendere uno o due pennelli di piccole dimensioni (da 00 a 4) , almeno un paio di medie (tra i 6 a 12-14) e uno o due di dimensione più grande (da 18 a 24); sarà poi il tipo di pittura che l'acquarellista vuole ottenere a determinare il corretto numero del pennello da utilizzare: medio - piccoli se minuziosa, medio - grandi se più informale e sintetica.
Una volta utilizzati, i pennelli vanno lavati con estrema cura, se necessario con acqua e sapone e poi risciacquati per bene. Sgocciolateli e sistemate la punta con i polpastrelli in modo da ricostituirla con i peli ben disciplinati. Collocateli poi in un vaso, con la punta rivolta in alto.
Se dipingete all'aperto, il modo più giusto per trasportare i pennelli senza che si rovinino è quello di avvolgerli in un cartone, cartoncino o altro materiale rigido, riponendoli accuratamente dentro la borsa (o cassetta di legno) in modo che rimangano protetti da ripiegature o schiacciamenti preservando in tal modo la punta e l'integrità delle setole.
Altri materiali vari : Oltre ai materiali di base costituiti dai colori, acqua e pennelli, il pittore acquarellista dovrebbe disporre di altri materiali di supporto, utili per la buona riuscita di un dipinto ad acquarello. Essi sono:
- Matita a grafite per disegnare di durezza HB
- Gomma da cancellare per la pulizia del foglio
- Riga metallica (utilizzabile con il temperino senza paura di rovinarla) di 50 cm
- Set di squadre
- Rotolo di carta adesiva, utile per fissare la carta una volta inumidita
- Puntine da disegno e pinze ferma carta
- Pastello a cera bianco (per mascherare le zone bianche)
- Carta assorbente
- Piatto di ceramica per stemperare il colore, scodellini vari piccoli
- Spugna sintetica per inumidire la carta o asciugarne l'eccesso di acqua
- Stuzzicadenti di legno da utilizzare per tracciare sottilissime linee
- Bastoncini con punte di cotone per realizzare zone bianche togliendo il colore
- Forbici
- Temperino o cutter per tagliare la carta con l'aiuto della riga metallica
- Straccetto di cotone o tovaglioli di carta
- Lametta per la barba per raschiare alcune zone di luce
- Carta vetrata fine per raschiare alcune zone di luce
- Inchiostro di china e pennino per sottolineare (se piace e lo si ritiene opportuno) alcune zone del dipinto, esaltare alcune forme, intensificare i neri.
Torniamo ora più nel dettaglio, uno dei materiali fondamentali nella pittura ad acquarello: la carta.
LA CARTA DA ACQUARELLO - SPESSORE E DIMENSIONI
La carta ha una unità di misura, pari a 500 fogli, denominata risma. Il peso della risma e la sua conversione in grammi per mq determina lo spessore della carta; quindi avremo ad esempio, una carta molto sottile pari a 45-60 grammi, o per contro una carta molto spessa, simile a cartoncino, che arriva a 370 grammi; all'interno di questo range esistono carte di grammature intermedie con costi diversi.
La carta da acquarello è disponibile in fogli singoli, dalle misure diverse e grammature differenti; oppure in fogli fissati su cartone molto spesso, in genere 20-25 fogli per album, in modo tale da eliminare qualsiasi piega o bolla generata dall'utilizzo dell'acqua.
La carta da acquarello presente sul mercato può essere di varie tipologie; dalla più pregiata realizzata e tagliata a mano con grammatura importante (dai 250 - 300 grammi in poi) oppure meno costosa (150-200 grammi) ma pur sempre valida, soprattutto nel caso di un principiante, che all'inizio potrà sbagliare spesso, consumando quindi una discreta quantità di carta.
In Italia si trovano ottime carte da acquarello della Fabriano, Winsor & Newton, Canson o Arches oppure carta di ottimo prezzo come quella in vendita nei negozi Flying Tiger che può costituire un valido strumento per chi inizia a dipingere ad acquarello.
Come stendere la carta
Se per dipingere ad acquarello utilizzate una carta inferiore ai 200 grammi, sicuramente per effetto dell'acqua necessaria per diluire i colori ad acquarello, la carta si piegherà mostrando quelle tipiche onde dovute all'umidità.
Per evitare questo antiestetico inconveniente è consigliabile stendere la carta bagnandola completamente sotto il rubinetto (o mediante una spugna ben imbevuta, avendo l'accortezza di non strofinarla sul foglio ma tamponando semplicemente).
Una volta bagnata la carta, andrà stesa e fissata su una tavola di legno con delle strisce di carta adesiva, (quella utilizzata per mascherare quando si imbianca la casa, acquistabile presso i colorifici o i centri di bricolage), applicata su tutta la lunghezza dei quattro lati in modo che una volta asciutto il foglio risulti ben teso e liscio, senza che possa ulteriormente assorbire umidità.
Questa procedura è evitabile qualora si acquisti carta molto spessa (oltre i 300 grammi), oppure album da acquarello già sufficientemente rigidi e appositamente preparati. In ogni caso, un acquarellista degno di questo nome, è bene che sappia intervenire sulla carta anche attraverso questo sistema di fissaggio.
LE TECNICHE DELL'ACQUARELLO
Nella pittura ad acquarello, forse la più difficile tra le tecniche pittoriche dato che non ammette errori, esistono molti metodi da mettere in atto per raggiungere particolari risultati. Vediamo alcune delle principali tecniche peculiari dell'acquarello:
Dipingere con il Bistro: Per “Bistro” si intende il colore grigio con cui si esegue un primo passaggio (il cosiddetto abbozzo presente anche nella pittura a olio) sul disegno realizzato a matita e già valorizzata con il tratteggio incrociato. Lo scopo del bistro è di valorizzare i toni principali del soggetto, in particolare le zone delle ombre. Successivamente a questo primo passaggio, si procederà con le velature di colore, sia con la tecnica “bagnato su asciutto” che con quella di “bagnato su bagnato”.
Sfumatura ad umido: Innanzitutto inumidire con l'acqua e l'ausilio di una piccola spugna naturale (ma può andare bene anche una spugna sintetica morbida) la zona o l'intero foglio su cui vogliamo dipingere la sfumatura; l'operazione di umidificazione deve essere fatta tamponando delicatamente con la spugna su tutta la superficie della carta, senza strofinare per non rovinare la superficie della carta, sino a che essa abbia assorbito la quantità di acqua necessaria per risultare umida al tatto (ma non bagnata).
A questo punto lavorare con il supporto (album o tavola di legno con il foglio fissato) con una inclinazione di 60-75°; caricata il pennello di colore e iniziate a dipingere dalla parte superiore del foglio, utilizzando un pennello n.18-20 (rapportato alla grandezza del foglio che in questo caso ipotizziamo essere di 18x25 cm circa) e fatelo scorrere in orizzontale, ricaricandolo di colore se necessario in modo molto rapido, e sfumandolo scendendo sempre più verso la base del foglio. Se la carta è di buona qualità l'operazione riuscirà senz'altro più agevolmente e con buoni risultati.
Dipingere il fondo con una spugna: Per ottenere una campitura uniforme su cui dipingere ad acquarello, si può procedere, in alternativa al passaggio descritto al punto precedente, dipingendo la superficie del foglio con la spugna.
Per far questo preparate in uno scodellino un po' di colore diluito in acqua e sufficiente per colorare tutta la campitura.
Impregnate la spugna nel colore preparato nello scodellino e poi dipingete da lato a lato del foglio, premendo con dolcezza la spugna e controllando l'uniformità comprimendo la spugna a seconda di quanto colore volete rilasciare sul foglio.
Procedete così per tutta la superficie, evitando di strofinare la spugna sulla carta in modo eccessivo per non rovinare il foglio, e all'occorrenza intervenendo con il pennello per rendere più uniforme o sfumata la trama pittorica.
Creare zone bianche assorbendo il colore già applicato: Dato che nella pittura ad acquarello il bianco deve essere ottenuto lasciando scoperte le zone del dipinto che devono risultare bianche, sfruttando in tal modo il bianco della carta, capita a volte di sbagliare, coprendo accidentalmente con il colore una parte che volevamo fosse bianca.
Per intervenire correggendo in modo soddisfacente l'errore commesso è possibile procedere come segue:
- Se la parte su cui intervenire è già asciutta, iniziate inumidendo la zona da trattare con pennello e acqua pulita, contemporaneamente strofinate delicatamente il pennello, asciugandolo subito dopo sulla carta assorbente o sullo straccetto di cotone. Ripetere più volte questi passaggi sino a che riappare il bianco della carta. Maggiore sarà la qualità della carta e migliori saranno i risultati ottenibili con questa operazione.
- Se la zona dipinta è ancora umida, iniziate con il lavare il pennello e asciugarlo con la carta assorbente o lo straccetto di cotone, applicate il pennello sul guazzo ancora umido facendo assorbire il colore; lavate il pennello in acqua pulita, asciugatelo e ripetete più volte l'operazione.
Creare zone bianche prima di dipingere: Come abbiamo già detto, il bianco nella pittura ad acquarello è dato dal bianco della carta lasciato sgombro dal colore. Questo metodo fa si che i bianchi nella pittura ad acquarello siano particolarmente luminosi, in quanto assolutamente puri. Per ottenere questo risultato bisogna quindi avere le idee molto chiare in partenza, escludendo già sin dall'inizio le zone bianche, sia evitando di dipingerle a mano libera, che mascherando la zona che deve restare bianca attraverso una gomma liquida applicabile a pennello. Questo secondo metodo evita che accidentalmente si vada a coprire zone che invece dovevano restare bianche.
Altre tecniche per ricavare zone bianche sul dipinto:
1 - Creiamo una zona bianca utilizzando il pastello a cera bianco: Una volta ultimato il disegno a matita ed individuate le zone che devono restare bianche, procediamo dipingendo con un pastello a cera bianco sopra le zone da escludere dal colore; si sa che la cera respinge l'acqua, quindi così facendo quella zona non verrà intaccata dal colore.
2 - Creiamo una zona bianca a secco con il cutter (temperino) : Per ricavare una zona bianca con questo metodo, l'acquarello deve essere completamente asciutto. Si procede poi con una certa decisione a raschiare con il cutter la zona che deve tornare bianca, facendo riemergere così il bianco della carta.
3 - Creiamo una zona bianca con la carta vetrata: Procuratevi un pezzettino di carta vetrata molto fine e strofinatela con una certa forza sulla zona del dipinto (quando carta e colore sono ben asciutti) che volete far tornare bianca. Il risultato che si otterrà con questa operazione è piuttosto rugoso e variegato, utile magari per dare l'idea di un riflesso sul mare o di neve che brilla. Si consiglia di sperimentare su un pezzo di carta a parte prima di realizzarlo sul dipinto definitivo.
Effetti sul telaggio della carta: Il frottis: Questo metodo (definito anche come "velatura con il pennello" o "pennello asciutto") consiste nello strofinare sul foglio, il pennello quasi asciutto in modo da lasciare evidente il telaggio della carta. La tecnica del frottis è adatta a rendere l'effetto rugoso di una superficie (ad esempio di una roccia o di un terreno) ma si consiglia di provare l'effetto su un foglio a parte, prima di realizzarlo sull'opera definitiva.
Effetti sul telaggio con l'acqua: Dipingendo con la tecnica dell'acquarello "umido" è possibile ottenere degli effetti che evidenziano il telaggio della carta, ad esempio impregnando il pennello con acqua pulita e applicandolo su una zona appena dipinta e ancora umida. In questo modo si ottengono delle interessanti macchie, utili ad esempio a suggerire l'irregolarità di un vecchio muro.
Dipingiamo con uno stuzzicadenti: Utilizzando uno stuzzicadenti intriso di colore è possibile tracciare delle linee fini e nette, quali ad esempio i rami di un albero.
Effetti sul telaggio con l'essenza di trementina: Per questo metodo occorre un pennello sintetico impregnato di essenza di trementina e lo si applica su una zona del quadro appena dipinta ed ancora umida. Il contatto tra essenza di trementina e l'acquarello produce delle macchie di colore chiaro con forma irregolare. Può essere utile per rendere alcune zone più mosse e vibrate, meno monotone.
Macchie, sale e spruzzi: Nella pittura ad acquarello si possono poi utilizzare anche altri sistemi con lo scopo di rendere la trama pittorica vibrata, emotiva e particolare. Ad esempio se si sparge del sale grosso da cucina su una zona dipinta in modo uniforme e ancora umida, si noterà che asciugando si formeranno delle macchie più chiare, formate dall'assorbimento del colore da parte del sale. Un altro tipo di macchia, molto più ampia rispetto a quelle appena descritte può essere prodotta mediante il trasferimento di una zona di colore appena dipinta ed ancora umida, su un altro foglio attraverso la sovrapposizione e pressione. Ciò produce una forma irregolare molto interessante. Un ultimo effetto piuttosto interessante è quello di spruzzare del colore su una certa zona del dipinto (avendo l'accortezza di mascherare con della carta le altre zone che invece non devono essere raggiunte dagli spruzzi) mediante l'utilizzo di uno spazzolino da denti impregnato del colore che si intende spruzzare, e strofinato sui denti di un comune pettine per capelli. Si otterranno delle minuscole e diffuse macchioline, che avranno l'effetto di rendere mossa ed interessante una certa zona del quadro.
Leggi anche: LE REGOLE DI COMPOSIZIONE IN PITTURA
ACQUARELLO A "SECCO" - bagnato su asciutto
La pittura ad acquarello definita "a secco" significa fondamentalmente dipingere con colori trasparenti, sfruttando il bianco della carta.
Nella pittura a secco, i contorni degli oggetti risultano maggiormente definiti, anche se è possibile comunque effettuare le necessarie sfumature (se il pittore lo ritiene opportuno) ma il risultato sarà più netto di quanto non si ottenga attraverso la tecnica a umido.
La tecnica a secco è una tecnica classica di pittura ad acquarello, e un quadro con questo metodo deve essere dipinto "in crescendo", realizzando cioè per prime le parti chiare, magari dipingendo zone ampie, ed aggiungendo in successione via via gli strati più scuri.
ACQUARELLO "UMIDO" - bagnato su bagnato
La tecnica dell'acquarello "umido" consiste invece nel dipingere sulla carta inumidita con una spugnetta imbevuta di acqua ed ottenendo in tal modo limiti e contorni degli oggetti sfumati e poco definiti. Questa mancanza di definizione si riscontra in tutte le parti del dipinto.
Il grado di umidità della carta è un fattore fondamentale, e quanto è maggiore l'umidità tanto più il colore scorre e maggiore sarà l'effetto sfumato e vaporoso che si ottiene. Ecco perché occorre controllare questo grado di umidità contenuto nella carta, aggiungendo acqua con un pennello oppure eliminandola con carta assorbente o con una spugnetta.
Da notare che si parla di "umidità" e non di bagnato! Bisogna dipingere su carta solo inumidita e mai bagnata.
Continua a navigare leggendo:
Bibliografia
IL GRANDE LIBRO DELL'ACQUARELLO - Jose M. Parràmon * Ulisse Edizioni
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