sabato 6 marzo 2021

LA TECNICA PITTORICA DI LEONARDO DA VINCI

Come dipingeva Leonardo da Vinci? quale era la sua tecnica pittorica? Affrontiamo in questo post alcuni passaggi che Leonardo, nel suo fare artistico, metteva in atto per realizzare i suoi capolavori.


LA TECNICA PITTORICA DI LEONARDO DA VINCI BLOG ARTISTAH24
San Bartolomeo - opera incompiuta di Leonardo da Vinci

IL GENIO DI LEONARDO DA VINCI


Leonardo nasce ad Anchiano presso Vinci, nel 1452 e muore in Francia nel castello di Clos-Lucé ad Amboise nel 1519.

Come sappiamo fu un artista poliedrico, che si dedicò all'arte, all'architettura e alla scienza nei suoi molteplici aspetti. 

La prima bottega a cui Leonardo fu introdotto sin da giovanissimo, fu quella del Verrocchio, il quale riuscì ad infondere nel giovane artista, quello spirito di indagine e di analisi dell'espressione che furono caratteristiche peculiari del successivo sviluppo del genio di Leonardo da Vinci.

Il senso di investigazione che Leonardo manifestò durante l'apprendistato dal Verrocchio, fu da un lato motivo di scoperta ed evoluzione della sua maestria artistica e scientifica, ma anche la causa dell'incompiutezza di numerose sue opere, vuoi per insoddisfazione e vuoi per la spasmodica ricerca e applicazione di tecniche sperimentali. 

Egli intuì il valore dell'esperienza applicata alla scienza e alle arti; pensieri e concetti che ci ha tramandato attraverso i numerosi appunti nei suoi taccuini, codici, e nel famoso Trattato della Pittura.

A testimonianza della sua costante ricerca abbiamo i suoi splendidi dipinti, ma anche i numerosissimi disegni a sanguigna, matita o penna che affrontano ed illustrano le varie tematiche dell'arte, dell'architettura e della scienza.

Il genio di Leonardo nel campo della pittura fu grandissimo, al punto che influenzò la formazione di un artista del calibro di Raffaello.

Se, come abbiamo detto, la sua smania di perfezione lo portò a distruggere o a non completare diverse opere e progetti, in altri casi questa caratteristica fu alla base della realizzazione di capolavori immortali  - quali ad esempio il Cenacolo a Milano, nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Opera realizzata ad olio su muro che però, proprio in virtù di questa tecnica, che differisce dall'affresco vero e proprio, presenta notevoli problemi di conservazione e di degrado nel tempo.

Alcuni anni fa è stato portato a termine un imponente restauro che ha restituito al capolavoro il suo originario splendore. Ad oggi è visitabile in gruppi contingentati di poche persone alla volta, proprio a causa della delicatezza dell'opera che non deve in nessun modo subire interferenze dovute all'umidità o altro.

Nel dipinto, raffigurante l'ultima cena di Gesù con gli apostoli, l'analisi psicologica di ogni figura, il disegno, il colore e la composizione, fanno di questa opera un assoluto capolavoro.




LA TECNICA DI LEONARDO DA VINCI IN PITTURA


Scrive Leonardo a proposito della tecnica pittorica:

"Metti la tua tela in telaro e dalle colla debole, e lascia seccare, e disegna, e da le incarnazioni con pennelli di setola, e così fresca farai l'ombra sfumata a tuo modo. L'incarnazione sarà bianco, lacca e giallorino: e l'ombra sarà nero e maiorica e un poco di lacca, o vuoi lapis duro. (...)"

Oltre a quanto ha scritto, un' idea piuttosto chiara di come Leonardo dipinge i suoi capolavori,  la si può avere osservando le sue opere; in special modo quelle che sono rimaste allo stato di abbozzo, quali il San Gerolamo (vedi immagine più sopra) conservato alla Pinacoteca Vaticana, e i Re Magi esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Il procedimento tecnico che Leonardo da Vinci utilizza sarebbe lo stesso metodo utilizzato in molti dipinti realizzati da artisti operativi tra il 1300 e fino al 1600 circa. 

I passaggi erano i seguenti:

1) Disegnare il soggetto sull'imprimitura a gesso della tavola (o della tela) per poi, successivamente, abbozzare a chiaroscuro con un colore bruno piuttosto liquido o in alternativa a bianco e nero.

NB: Alcuni pittori eseguivano il disegno con la massima esattezza e, allo stesso modo, eseguivano il chiaroscuro applicando in modo puntuale i vari passaggi tonali. Altri pittori preferivano invece, accennare le principali ombre, approfondendo con il colore applicato successivamente, i dettagli e le rifiniture del dipinto.



2) Eseguito il disegno come appena descritto, lo si lasciava asciugare molto bene,  quindi, si passava sullo stesso e per tutta la superficie del supporto (tela o tavola) una tinta molto liquida di un tono brunastro (presumibilmente aloe e bitume sciolto in olio resinoso).

Questo sistema utilizzato anche da Leonardo, è possibile riscontrarlo in diverse opere di altri maestri, quali GIOVANNI BELLINI, GIORGIONE, ANTONELLO DA MESSINA così come nei dipinti di MICHELANGELO o di SALVATOR ROSA.





IL CHIAROSCURO PER LEONARDO


Nel  Trattato della pittura, Leonardo attribuisce al chiaroscuro una grande importanza. I quadri di Leonardo così come quelli di altri grandi maestri, furono realizzati partendo dalla stesura di un diligente chiaroscuro che formava la base del quadro.

Con questo metodo, i successivi colori potevano essere applicati con maggior facilità, senza doversi preoccupare della verifica costante dei rapporti tonali, dato che questi erano già stati studiati e determinati attraverso il disegno  (o abbozzo a pennello) con chiaroscuro. 

Da questo procedimento ne traeva beneficio anche la tonalità del colore, che risultava più vivace e pura, dato che le tinte spesso venivano ottenute mediante semplici velature e sfruttando la base sottostante.

La tecnica di pittura basata sull'abbozzo a chiaroscuro, partiva dal mezzo tono di base. A proposito di questo scrive Leonardo nel Trattato:

"I pittori, per ritrarre le cose di rilievo debbono tingere la superficie delle carte di mezzana oscurità e poi dare le ombre più scure ed in ultimo i lumi principali in picciol luogo..."

Anche il Cennino Cennini attribuiva alla base di lavoro realizzata a chiaroscuro, una grande importanza tant'è che anch'egli aggiunge:

"E' questa la via a menarti all'arte del colorire."





IL COLORE TRASPARENTE NEI DIPINTI DI LEONARDO DA VINCI


Nella tecnica pittorica di Leonardo da Vinci assume un ruolo importante la creazione delle tinte, ed in particolare in relazione al colore trasparente e alla velatura.

Oltre al celebre "sfumato", anche questo aspetto è importante nella pittura di Leonardo soprattutto per ciò che concerne l'ottenimento di colori brillanti e luminosi, di cui egli stesso ci parla nel Trattato:

"Sempre a quei colori che tu vuoi abbiano bellezza preparerai prima il campo candidissimo (...) "
Leonardo suggerisce cioè, di applicare i colori trasparenti su una base bianca (candidissimo)

" ... e questo dico dei colori che sono trasparenti perché quelli che non sono trasparenti non giova campo chiaro..."
I colori coprenti invece, non traggono vantaggio da uno strato sottostante bianco, ma semmai possono sfruttare il chiaroscuro dell'abbozzo. 

Leonardo conclude argomentando la peculiarità delle tinte trasparenti paragonandole ai colori delle vetrate che si stagliano contro la luce del giorno:

"... e l'esempio di questo insegnano i colori dei vetri i quali, quando sono interposti infra l'occhio e l'aria luminosa si mostrano di eccellente bellezza il che far non possono avendo dietro a sé l'aria tenebrosa e l'oscurità."

 

LA TECNICA DELLA VELATURA


In merito alla tecnica delle velature Leonardo da Vinci non spiega molto nel suo Trattato, circa il modo di applicarle; ci lascia solo questa indicazione a riguardo:

"Quando un colore trasparente è sopra un altro colore variato da quello che si compone un colore misto diverso da ciascuno dei semplici che lo compongono. Questo si vede nel fumo che esce dal camino il quale quando è a riscontro al nero d'esso camino si fa azzurro, e quando si innalza a riscontro dell'azzurro dell'aria pare berrettino o rosseggiante. E così il paonazzo dato sopra l'azzurro si fa viola; e quando l'azzurro sarà dato sopra il giallo egli si farà verde: ed il croco sopra il bianco fa giallo, ed il chiaro sopra l'oscurità fa azzurro tanto più bello quanto il chiaro e lo scuro saranno eccellenti."

 







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Bibliografia:

La Tecnica della pittura ad olio e del disegno artistico. Gino Piva - Hoepli

 


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