domenica 8 novembre 2020

LA TECNICA PITTORICA DI TIEPOLO

Quale procedimento seguiva il Tiepolo per realizzare i suoi meravigliosi dipinti? Come iniziava un quadro e quali erano i passaggi con cui raggiungeva lo splendore tipico delle sue opere? Esaminiamo alcuni punti fondamentali della sua tecnica.



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CHI ERA IL TIEPOLO


Gian Battista Tiepolo (1693 - 1770) fu il più grande artista della sua epoca. Fu un pittore eccellente sia nella tecnica dell'affresco che nella pittura a olio. L'arte Europea del Settecento è dominata dalla figura travolgente di Gian Battista Tiepolo, che con il suo grande talento, e le sue spettacolari opere, crea la grande decorazione tardobarocca dei palazzi e delle residenze principesche di tutta Europa.
Ma il Tiepolo non è solo il grande decoratore, conosciuto soprattutto grazie alla spettacolarità dei suoi affreschi, ma al contrario, egli è un maestro "universale",  capace di cimentarsi con i soggetti più vari e le tecniche più diverse.

Il suo ecclettismo si basa sull'unione di una fervida fantasia ed un minuzioso realismo, tant'è che l'artista in ogni suo lavoro, anche il più stravagante, riesce sempre ad inserire un elemento naturalistico, che riporta la composizione su un piano di realtà.

Allevo di Gregorio Lazzarini, il Tiepolo compie il suo apprendistato a Venezia. Nel 1719 sposa Cecilia Guardi, sorella dei pittori Giannantonio e Francesco, esordendo in quegli stessi anni, come promettente pittore di scene sacre per le chiese veneziane.

Incoraggiato da Piazzetta, il giovane Tiepolo inonda le sue opere di una diffusa luminosità, con gesti melodrammatici e grandiosi, ne sono splendida prova, gli affreschi che ornano l'Arcivescovado di Udine e che proiettano il Tiepolo ai vertici, non solo della scuola veneziana, ma dell'intera arte del rococò europeo.

Importanti sono gli affreschi che il Tiepolo esegue nei palazzi di Milano (Archinto, Dugnani e Clerici) durante gli anni trenta del Settecento, affiancato dal maestro Girolamo Mengozzi Colonna, particolarmente talentuoso nelle "adrature" ossia false architetture e incorniciature prospettiche di grande effetto, all'interno dei quali il Tiepolo realizza le sue composizioni.





Negli anni quaranta, il Tiepolo, all'apice della sua carriera, che sino al quel momento non ha mai lasciato l'Italia, cede alle proposte del principe-vescovo di Wurzburg. Rimarrà alcuni anni in Germania, affiancato dal figlio, anch'egli notevole pittore, per poi fare ritorno in Veneto, dove lavorerà in alcune sontuose ville dell'entroterra.

Nel 1762 Tiepolo si reca a Madrid, dove per il Re di Spagna dipinge le ultime grandi scene profane.

Soverchiato dalla concorrenza di Anton Raphael Mengs, e dall'affermarsi del nuovo gusto neoclassico, vive gli ultimi anni madrileni carichi di amarezza, per una fama improvvisamente perduta.

Tiepolo muore nell'anno 1770.




LA TECNICA PITTORICA DEL TIEPOLO


Nel libro "La tecnica della pittura" edito nel 1937, l'autore L. A. Rosa, e riportati da Piva nel suo trattato,  indica i passaggi che Tiepolo copie nel dipingere i propri capolavori.

Vediamo in alcuni punti il metodo della sua pittura:
  • Il procedimento tecnico usato dal Tiepolo inizia con il disegno del soggetto effettuato a mezza macchia con un bruno, sulla tela di color Isabella (che è una tonalità di colore caldo che varia tra il giallo e il marrone).
  • Un secondo passaggio avviene con l'applicazione sul precedente passaggio, una volta ben asciutto, di toni grigiastri.
  • Successivamente, lasciato nuovamente asciugare bene il tutto, Tiepolo iniziava a dipingere con i toni rosati e con i toni specifici delle stoffe e indumenti, le grandi masse coloristiche della composizione.
  • Queste grandi masse venivano poi, successivamente, perfezionate in modo progressivo.
Tale procedimento fu individuato studiando il dipinto di un imitatore del Tiepolo, rimasto allo stato di abbozzo, e che si trova all'Accademia Albertina di Torino.

Sovente, continua Piva nel suo libro sulla tecnica della pittura, il Tiepolo, anziché uniformare le tele con il color Isabella, citato più sopra, utilizza invece un color caffè-latte, tendente alle volte più verso il giallo, sopra il quale, con il pennello intinto nel colore bruno, egli disegnava e ombreggiava a mezza macchia.

Altre volte, invece, dipingeva su tele bruno-rossicce, sulle quali abbozzava con molto grigio, lasciando a fare da scuro, il marrone intatto della tela.

In altri casi, il Tiepolo, seguendo la tecnica del Veronese, che egli ammirava e di cui ne aveva studiato i procedimenti pittorici, procedeva come segue:

  • metteva su tela, per prima cosa una campitura grigia o verdastra, che gli faceva da mezzo tono, 
  • con i rosati e i gialletti formava i chiari
  • con i grigi e i bruni formava le ombre
  • con le tonalità arancio i riflessi

Tiepolo amava infine, realizzare quei grigi particolari che si ottengono passando tinte chiare sopra toni scuri. Il colore chiaro sovrastante deve però essere piuttosto denso, in modo tale da non lasciare trasparire eccessivamente il colore scuro sottostante.




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Fonte bibliografica:

Gino Piva- La tecnica della pittura ad olio e del disegno artistico. - seconda edizione- HOEPLI

L.A. Rosa - La tecnica della pittura dai primordi ai nostri giorni - Società Editrice Libraria Milano (1937)

LA PITTURA BAROCCA - Due secoli di meraviglie alle soglie della pittura moderna - Electa - Milano (1999)


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Tariffe, orari di apertura e chiusura saranno consultabili sul sito www.gallerieditalia.com

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