mercoledì 22 gennaio 2020

IL DISEGNO TONALE A CHIAROSCURO

In questo articolo vedremo quali sono i passaggi per fare correttamente un disegno tonale,  a chiaroscuro e come valorizzare le luci e le ombre.

I disegni da sempre esercitano un grande fascino sull'uomo. In particolare i disegni di grandi maestri quali Leonardo, Tiziano o Raffaello, hanno la capacità di suscitare in chi li osserva bellissime emozioni. 


IL DISEGNO A CHIAROSCURO, LE LUCI E LE OMBRE BLOG ARTISTAH24
studio di panneggio - Leonardo da Vinci

Stupore e ammirazione sono i sentimenti che si provano quando davanti ad un disegno ben eseguito ci troviamo a ripercorrere con lo sguardo l'immagine, cercando di capire come  quel maestro sia giunto ad un'analisi così accurata della realtà, e come abbia potuto conferire ad un disegno un volume più vero del vero.

Il disegno a volte è però egualmente efficace anche se costituito dalla sola linea. Un segno "sensibile" è altrettanto capace, al pari dei disegni a chiaroscuro, di definire e suggerire efficacemente il soggetto ritratto.

Quali sono quindi, le regole del disegno tonale e del chiaroscuro? e come dobbiamo procedere per disegnare correttamente le luci e le ombre oppure ottenere un segno sensibile?




LA FORMA NEL DISEGNO

Nel suo trattato della pittura Leonardo definisce in modo semplice e preciso, il disegno esaminandolo da un punto di vista scientifico.

Scrive Leonardo:

"Abbi un vetro grande come mezzo foglio reale, e quello ferma bene innanzi aglio occhi tuoi, tra l'occhio e la cosa che tu vuoi ritrarre; poi poniti con l'occhio al detto vetro due terzi di braccio; e ferma la testa con un istrumento, in modo che tu non possa muoverla punto. Dipoi serra, o copriti un occhio, e col pennello e con lapis a matita segna sul vetro ciò che di là appare, e poi lucida con carta tal vetro, e spolverizzalo sopra buona carta, e dipingila se ti piace, usando bene di poi la prospettiva aerea."

Leonardo con queste parole ci spiega che il disegno altro non è che il tracciato di ciò che vediamo al di là del vetro: in termini scientifici si tratta cioè della "proiezione dell'oggetto dall'occhio sul piano verticale che taglia il cono visivo" cioè il fascio di raggi luminosi che partendo dai nostri occhi arrivano all'oggetto osservato.

Nel tracciare il disegno dell'oggetto possiamo indicare solo la linea di contorno, oppure analizzare maggiormente il soggetto, valorizzando anche i toni di luce e ombra nelle loro varie gradazioni attraverso il chiaroscuro.



IL DISEGNO TONALE A CHIAROSCURO


Con il chiaroscuro interpretiamo, nel disegno, i rapporti di luce e ombra di un certo soggetto che intendiamo disegnare.

Nella tradizione pittorica vengono distinti cinque gradi di intensità del chiaroscuro:


  1. lume
  2. ombra
  3. riflessi
  4. mezzetinte
  5. colori

Nei disegni a bianco e nero la luce si ottiene disegnando l'ombra; e la difficoltà maggiore (rispetto ai 5 punti evidenziati) è rappresentata dal valorizzare correttamente i riflessi, cioè quelle zone che pur essendo in ombra risentono di parte della luce rinviata (quindi riflessa) da una zona in luce.

In un disegno monocromo, i 5 passaggi sopra indicati possono realizzarsi in vari modi: ad esempio con un tratteggio più o meno intrecciato, con lo sfumato (attraverso l'utilizzo dello sfumino o delle nostre dita) con linee inclinate, o con un puntinato più o meno fitto ed intenso.

Vediamo in alcuni punti come si esegue un disegno a chiaroscuro:

  • Dopo aver definito la forma del soggetto con il contorno, si disegna la zona delle ombre individuando cioè la linea ideale che divide la zona illuminata da quella in ombra; inoltre individuiamo anche la zona di ombra proiettata dall'oggetto.
  • Si comincia con lo stendere il chiaroscuro nelle zone che appaiono più scure, graduando in base a questo tutto l'insieme. 
  • I massimi scuri (quelli cioè più profondi) non devono essere portati subito alla fase finale, ma dovranno essere mano mano rinforzati in un graduale approfondimento del disegno, in rapporto alle mezze tinte e ai riflessi.
  • E proprio i riflessi necessitano di particolare cura e attenzione, non solo nell'individuazione, ma anche nella loro realizzazione.
  • La tecnica per disegnare un riflesso consiste nel lasciare nelle zone d'ombra del disegno (in qualunque modo esse siano realizzate: a tratteggio, sfumato, puntinato ecc.) quella necessaria trasparenza e maggior luminosità che suggerisca la presenza  di luce portata. 
  • In altre parole: lasciare alleggerita questa zona, rendendola meno intensa rispetto alla zona di massima ombra, in modo tale che ciò possa suggerire l'illusione che sia un'area influenzata da un po' di luce.




I DISEGNI CON LA SOLA LINEA, IL SEGNO SENSIBILE 



Scrive Leonardo nel suo Trattato della pittura: 

"La prima pittura fu sol di una linea, la quale circondava l'ombra dell'uomo fatta dal sole ne' muri"

Quando tracciamo dei disegni su fogli di carta, noi stiamo costruendo una linea che contiene il soggetto e ne traccia la forma. Su questa forma svilupperemo poi ulteriormente il disegno osservando e tracciando, sempre con una linea di contorno le sagome che  paradossalmente "non lo compongono", i cosiddetti "vuoti" costituiti cioè dallo sfondo, o dal cielo, e che ritagliano e definiscono il soggetto stesso.

Le linee che utilizzeremo nel disegno non dovranno essere linee continue e monotone, (a meno che questa non sia una scelta stilistica che il pittore compie scientemente) ma il disegno dovrà essere costruito con una linea "vibrata" e variata nella sua intensità al fine di sottolineare con leggerezza le luci, e con maggiore intensità le ombre. 

Questa variazione di tono, segnalato da una linea, magari spezzata e ripassata più volte, o quasi impercettibile laddove c'è della luce, sarà ciò che renderà interessanti i nostri disegni.

Il segno e la linea sensibile è, infine, espressione della personalità di chi disegna; la sua firma autografa.



VOLUME, PROFONDITA', LUCE


Volume, profondità e luce sono aspetti del disegno che ci permettono di uscire dalla bidimensionalità del foglio o della tela, per creare la percezione della terza dimensione dell'oggetto rappresentato.

La linea tracciata sul foglio da disegno, non è di per sé sufficiente per dare questa illusione di volume e solidità; occorre intervenire aggiungendo le luci e le ombre per far si che il nostro occhio percepisca la terza dimensione.

Il volume riguarda quindi la profondità, lo spazio che contiene l'oggetto del nostro disegno, mentre la luce è il mezzo che permette al pittore di leggere queste dimensioni. Se un disegno è realizzato con queste caratteristiche ha raggiunto un suo scopo di realtà nella rappresentazione.


Possiamo riassumere gli aspetti del disegno come segue:

  • Un disegno eseguito soltanto con il segno consente di definire la forma dell'oggetto e di organizzare lo spazio sulla superficie bidimensionale del foglio; in questa fase occorre già organizzare la composizione del soggetto.
  • Se, oltre alla linea tracciata per definire una forma, interveniamo anche sulla variazione di intensità del segno, è possibile, andare a creare una prospettiva cosiddetta "aerea" attraverso l'attenuazione di intensità del segno riferito ai particolari del disegno, mano a mano che essi si allontanando da chi osserva. 
  • I dettagli in primo piano devono essere disegnati con segno più marcato rispetto alle parti del soggetto che devono sembrare più in lontananza. 
  • Un  segno più pesante risulta all'occhio dell'osservatore più "avanzato " rispetto ad uno più leggero.



LA FORMA DEL DISEGNO ATTRAVERSO UNO STRUMENTO: IL "VELO"


Per concludere questo post dedicato al disegno a chiaroscuro, alla valorizzazione tonale e al segno sensibile (che anch'esso definisce oltre che la forma  i toni di luci e ombre) voglio accennare ad un altro strumento utile per disegnare efficacemente e cogliere correttamente la forma di un oggetto.

Al vetro di Leonardo, di cui parlavamo all'inizio,  su cui disegnare "ciò che di là appare" Leon Battista Alberti sostituisce uno strumento che chiama "velo" e che descrive nel suo trattato Della pittura.

Il velo è un telaio di legno sul quale sono tirati dei fili verticali e altri orizzontali, in modo da costruire un reticolo, attraverso il quale osservare il soggetto di cui vogliamo tracciare il disegno.

La stessa quadrettatura dovrà essere riprodotta sulla superficie del foglio da disegno o sulla tela, in modo da avere la stessa proporzione che il velo quadrettato propone. Questa traccia, osservata mantenendo lo sguardo sempre dallo stesso punto di vista (che, come si vede nell'incisione di Durer, era fissato da un obelisco posto tra l'occhio e il reticolo) aiuterà il disegnatore a riprodurre fedelmente il soggetto, tenendo come punto di riferimento ciascun quadrato del reticolo corrispondente al quadrato disegnato sul foglio.

Qualche secolo più tardi, anche Vincent Van Gogh scopre e utilizza questo metodo di disegno, e ne parla ampiamente (facendo anche uno schizzo dello strumento da lui stesso messo a punto e costruito con legno e chiodi) in una lettera al fratello Théo.

Scrive Vincent:

"Se è vero che l'inverno passato ho speso meno in colori degli altri artisti, pure ho speso di più per fabbricare uno strumento per lo studio delle proporzioni e della prospettiva, la cui descrizione può trovarsi in un libro di Albrech Durer e che anche gli antichi pittori olandesi impiegavano. Questo strumento rende possibile costruire secondo le regole della prospettiva. E quando si cerca di fare "ad occhio soltanto" (a meno di non essere degli esperti ed anche molto bravi) il risultato è sempre completamente errato."




IL DISEGNO A CHIAROSCURO, LE LUCI E LE OMBRE - BLOG ARTISTAH24
Incisione di A.Durer - Il "velo" per disegnare



Leggi anche: Canaletto - la tecnica pittorica dei maestri


Fonti bibliografiche:
Corso di pittura,disegno, acquarello, olio. - De Agostini Editore.
Dipingere - Corso di disegno e pittura di Gaspare de Fiore - Fabbri Editori

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