mercoledì 16 ottobre 2019

LA BOTTEGA DI UN ARTISTA NEL RINASCIMENTO

Come era organizzata la bottega rinascimentale, e come avveniva l'insegnamento agli allievi da parte del maestro di bottega? Quali strumenti utilizzavano gli artisti per trasmettere le loro conoscenze? Vediamolo in questo articolo.

La formazione degli artisti, in un periodo straordinariamente fecondo quale è stato il Rinascimento era prevalentemente affidata al disegno. In ogni bottega artistica rinascimentale esisteva un vasto repertorio di disegni, dai quali gli allievi traevano insegnamento, copiandoli e ricopiandoli infinite volte, sino a che non si impadronivano della capacità tecnica che li rendeva degni di operare a fianco del loro maestro,  e a volte di giungere persino a superarlo. 


La bottega di un artista nel Rinascimento blog artista h24
LA BOTTEGA DI UN ARTISTA NEL RINASCIMENTO

Famoso è l'episodio in cui si narra che il Verrocchio, maestro di Leonardo, non volle più toccare pennello dopo aver visto un bellissimo angelo dipinto dal proprio allievo, che superava in bellezza e maestria tutti gli altri dipinti da lui.

Con i modelli di disegno il maestro mostrava ai discepoli, il suo modo di vedere, la sua tecnica, il suo mestiere; e con quei fogli l'allievo apprendeva ed imparava a trovare le proporzioni, la forma e il volume, i valori tonali, sino a quando avveniva il passaggio del "testimone", e l'allievo, dopo anni di studio, era finalmente pronto per divenire a sua volta un maestro.

Il termine "bottega" deriva dal latino "apotheca" (termine di derivazione greca) e significa magazzino, ripostiglio; il termine era utilizzato sin dal Trecento per definire un luogo dove le opere venivano materialmente realizzate ma anche poste in vendita. La bottega si configura così, sin dalla nascita, come luogo di lavoro e di pensiero, dove l'artista progetta le sue opere, dipinge, scolpisce, aiutato dai suoi collaboratori, ma dove anche il maestro tiene scuola. 

L'abitazione dell'artista è raramente posta nelle vicinanze della bottega, che preferibilmente aveva una posizione centrale, in un punto di grande passaggio e traffico commerciale. Il maestro preferiva invece abitare con la famiglia, nella periferia, in prossimità delle mura perimetrali che cingevano il borgo; affacciato sulla campagna e con la possibilità di avere un giardino e un orto, mentre il suo luogo di lavoro era posizionato nelle zone di mercato e lungo le direttrici di maggior passaggio, non solo cittadino o nazionale, ma addirittura internazionale.


LA BOTTEGA, LE ARTI E I "MINISTERIA"

La bottega artistica inizia a delinearsi in epoca medioevale, intorno al 1200 in particolare con l'affermarsi dell'arte di Giotto; per poi consolidare le sue caratteristiche durante il periodo del Rinascimento. 

L'organizzazione della vita artistica durante il Medioevo e poi in epoca rinascimentale era fondata principalmente su tre istituti: 


la bottega di un artista nel Rinascimento
LA BOTTEGA DI UN ARTISTA NEL RINASCIMENTO
- Le Arti, che riunivano gli artigiani che svolgevano la stessa professione;

- Le Opere o "Ministeria" che erano officine di impresa pubblica o privata che a loro volta impegnavano gli artigiani appartenenti alle varie Arti;

- Le Botteghe, organizzate intorno alla figura carismatica del maestro che, utilizzava gli aiuti insegnando loro il mestiere.


Il ruolo della bottega si differenzia dalle organizzazioni artigianali dell'epoca per la qualità unica del prodotto artistico che vi si produce, per l'irripetibilita' dell'arte e l'autorità intellettuale (più che commerciale) che contraddistingue il maestro, e per l'azione didattica di insegnamento del mestiere.  La necessità di aiuti per realizzare le grandi opere, capaci di collaborare efficacemente, spinge i maestri a circondarsi di allievi dotati, in grado di sviluppare i bozzetti sulle tele, di riportare disegni sulle pareti dove poi verranno realizzati gli affreschi, di intervenire con perizia e colorare i fondi o dipingere figure secondarie e a volte persino sostituire il maestro in determinate circostanze.


La bottega artistica rinascimentale aveva pertanto due ruoli fondamentali:


- Era un luogo di lavoro dove il maestro poteva organizzare e portare avanti le commissioni ricevute potendo contare su una organizzazione strutturata;

- Era però anche un luogo di studio e trasmissione del mestiere dal maestro agli allievi, che spesso, come detto arrivavano persino a superarlo. La bottega era anche il luogo ove si custodivano i segreti dei modi e dei metodi tipici di ciascuna bottega; un luogo che fungeva da filo conduttore da una generazione all'altra di maestri.


La bottega era quindi qualcosa di più di un luogo di lavoro ma qualcosa di differente dal moderno concetto di scuola o accademia; era arte e mestiere contemporaneamente, un laboratorio artistico che era tanto più ampio ed organizzato (con numerosi allievi) quanto più era grande la fama del maestro e vasta e pregiata la sua clientela.

Nelle botteghe generalmente trovavamo: il laboratorio posto sul retro del locale di vendita che invece era affacciato a piano strada e nel quale venivano esposte le opere e dove il maestro riceveva i clienti; nel laboratorio molto spesso era presente una zona a soppalco a cui si accedeva attraverso una scala interna in legno, che costituiva gli alloggi degli allievi e dei collaboratori.


Come in un moderno luogo di lavoro, anche in bottega vigevano regole e orari precisi da rispettare. Esistevano delle gerarchie, per cui i giovani allievi ammessi come garzoni, avevano determinate mansioni più semplici, e solo dopo un certo periodo di tempo venivano introdotti alla parte creativa vera e propria, mediante l'insegnamento del disegno, della pittura o della scultura.
  


COSA E COME SI INSEGNAVA IN BOTTEGA - LA DIDATTICA




I giovani apprendisti, che molto spesso erano poco più che bambini, venivano affidati compiti inizialmente basilari e che comprendevano anche la pulizia della bottega, la cura degli strumenti di lavoro, la costruzione dei pennelli, la formazione dei colori, l'imprimitura e la preparazione delle tele su cui dipingere o dei fogli di carta, per poi gradualmente giungere alla copia dei disegni del maestro.

Attraverso la pratica di copia dei modelli di disegno, l'allievo imparava a disegnare alla maniera del suo maestro, acquisiva cioè da lui il suo modo di vedere,  e piano piano lo faceva proprio, integrandolo al suo talento.

La copia dei disegni del maestro, o dei suoi allievi migliori, faceva parte della didattica di una bottega artistica rinascimentale ed era il modo migliore per apprendere la tecnica e acquisire la "mano" del maestro per poi passare alla successiva fase di copia dal vero, dove venivano utilizzati modelli viventi oppure statue in gesso.

Il disegno del maestro è il "marchio di fabbrica" della bottega,  il moderno "Know-how" che hanno le imprese di oggi e che conservano gelosamente; ragionare sul modello di disegno del maestro significava formarsi in base alla personalità del maestro stesso.

Il disegno era una straordinaria fonte di conoscenza e di rappresentazione del mondo esterno; un metodo che è al contempo diretto e indiretto, immediato e ragionato, naturalistico e scientifico perché il disegno nel Rinascimento è osservazione diretta e soggettiva attraverso la copia dal vero ed allo stesso tempo ricerca oggettiva e scientifica attraverso le regole di prospettiva o della matematica e della geometria.



Leggi anche: Il taccuino del pittore


I MODELLI PER IMPARARE A DISEGNARE




I modelli di disegno utilizzati in una bottega artistica rinascimentale sono i più vari; troviamo ad esempio disegni architettonici, capitelli, fregi, colonne; altre volte invece i disegni raffigurano vedute reali o fantastiche, rovine antiche, statue classiche, oppure ritratti ed atteggiamenti di altri allievi colti mentre a loro volta stanno disegnando, oppure raffigurati in pose quotidiane. 

Il modello di disegno, utilizzato in bottega, è una realtà presa dal vero ma filtrata dal suo autore (il maestro).  Copiando questi modelli il maestro ritiene di riuscire meglio a trasmettere il suo metodo di lavoro, avviando gli allievi alle tecniche artistiche così come lui desidera che vengano poi utilizzate.
Quest'ultima caratteristica, cioè la realizzazione delle opere con l'impronta del maestro, è ciò a cui mira l'insegnamento nella bottega rinascimentale; le maestranze che qui vengono formate devono divenire in grado di supportare il maestro di bottega nei suoi lavori più impegnativi ed importanti sino a giungere alle volte a sostituirlo completamente. 

Ad esempio, nella bottega di Tiziano alcuni allievi e aiuti, erano in grado di "schizzare" al pari del maestro, abbozzi per futuri ritratti, che venivano fatti firmare dal cliente alla stregua di un contratto, e che costituivano il documento ufficiale su cui poi veniva realizzato il dipinto.


Con l'aiuto di queste maestranze che lavoravano regolarmente in bottega e che venivano adeguatamente pagate, Tiziano (e come lui tanti altri maestri) poteva mandare un suo commesso a rappresentarlo in giro per l'Europa acquisendo in tal modo numerose commissioni. L'allievo si reca cioè dal cliente, ne abbozza il ritratto, lo fa firmare per accettazione al cliente e lo riporta a Venezia dal suo maestro che realizzerà e assumerà la paternità del quadro.
Il modello di disegno che gli allievi utilizzano per imparare ad operare in questo modo appena descritto, sollevano il maestro dal dover ogni volta svolgere una lezione ai propri discepoli; ogni cartella zeppa di modelli da copiare, costituisce una "lezione" già pronta per essere appresa, una linea guida da seguire.


I modelli di disegno portavano ad un duplice risultato: 


- nell'allievo particolarmente dotato contribuivano a svilupparne la personalità artistica mediante l'apprendimento del disegno e della capacità tecnica necessaria;

- nell'allievo meno dotato questo metodo di apprendimento ne formava solamente la capacità tecnica, utilissima in bottega per portare avanti diverse mansioni secondarie e di routine.



Naturalmente per i giovani allievi i primi tentativi sono faticosi e spesso deludenti; e per chi è determinato a restare "a bottega" il compito è uno solo: insistere, insistere. e ancora insistere fino a che i risultati cominciano ad arrivare e ad essere soddisfacenti. Esiste una bella testimonianza di questo, su un foglio conservato al British Museum, sul quale sono schizzati alcuni studi di Madonna con il Bambino, e sul quale è chiaramente leggile una frase scritta di pugno da Michelangelo al suo allievo Antonio Mini, che rimase da lui in bottega dal 1522 al 1531: "Disegnia Antonio, disegnia Antonio e non perder tempo".





VERSO LA NASCITA DELL'ACCADEMIA


Nella prima metà del '500 la bottega è, e rimane, il centro vitale della vita artistica delle città italiane. Le botteghe accolgono sempre più allievi desiderosi di imparare il mestiere e di guadagnare con esso, lo stesso Benvenuto Cellini nei suoi scritti conferma di aver guadagnato "assai bene" durante gli anni in cui era allievo in bottega, tra i quindici e i diciotto anni di età.

La bottega era regolata da appositi "Statuti" delle Arti  e delle Corporazioni, ma sempre più si sviluppa il culto della personalità del maestro titolare della bottega che lo porta a svincolarsi dagli obblighi previsti dagli statuti, imponendo la sua autorità; ma con questo ci si avvia di fatto alla crisi della bottega d'arte.


Lo stesso Leonardo nel suo "Trattato della pittura" afferma "Studia prima la scientia e poi segui la praticha nata da essa scientia"; volendo cioè affermare che  "si dipinge con la mente e non con la mano" anteponendo quindi la teoria alla pratica, afferma anche il diritto alla salvaguardia della personalità dell'allievo, che a volte era messa in pericolo dall'insegnamento tradizionale della bottega.

La prima Accademia intesa in senso moderno, che viene a delinearsi è la Scuola dei Giardini di San Marcopresso la corte di Lorenzo il Magnifico, basata su principi di maggiore libertà ed indipendenza dell'allievo, dove in luogo dei modelli di disegno, iniziano ad essere utilizzate le opere d'arte delle collezioni antiche e moderne.
Viene in tal modo anticipata e delineata quella che sarà la futura Accademia di belle arti.


Continua a navigare approfondendo con l'articolo: 


oppure: 

Leggi anche: Tornare a studiare a 40 anni, in Accademia per passione



Bibliografia:
Dipingere - corso di pittura e disegno di Gaspare De Fiore - Fabbri Editori
I modelli di disegno nella bottega del Rinascimento - Gaspare De Fiore - Fabbri Editori

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti è piaciuto questo articolo ti chiedo la cortesia di condividerlo :-)

LA TECNICA E IL SIGNIFICATO DEI GIRASOLI DI VAN GOGH

Affrontiamo un'  analisi del capolavoro " I girasoli " di Van Gogh , esaminandolo dal punto di vista della composizione,  dell...