Quando si parla di segno normalmente si pensa ad un tracciato lineare in occasione di un disegno su carta, ed in effetti generalmente è così. Però parlando di segno, possiamo far rientrare nel concetto anche le campiture di colore di un dipinto, che di fatto sono formate da "segni o pennellate" accostati o sovrapposti che vanno a formare una zona colorata.
SEGNO E PENNELLATA, |
SEGNO E PENNELLATA
Le pennellate sono appunto segni e hanno una valenza espressiva nella formazione del dipinto.
Quando si tratta il colore definendolo dal profilo tecnico, nonostante sia un argomento necessario nella formazione di un pittore professionista, si rischia però di circoscrivere l'argomento a puri dati scientifici perdendo di vista la creatività che l'artista deve utilizzare nel momento in cui traduce la nozione tecnica in un'opera.
Sarà l'osservazione accurata del soggetto, di cui ho già parlato nel mio articolo "Dipingere: il primo passo da compiere è imparare a vedere" il punto di partenza, per porre in essere un'accurata analisi cromatica del soggetto che intendiamo dipingere. Sia che si tratti di un'analisi mnemonica (dopo aver guardato a lungo il soggetto) oppure che si tratti di un dato oggettivo molto fedele alla realtà, il problema da risolvere sarà quello di accostare tra loro le superfici colorate, e quindi le pennellate, in modo da rispettare i piani e le cromie, perché se anche il nostro quadro avrà connotazioni solo "mentali" e fortemente interpretate, l'oggetto dipinto dovrà mantenere una composizione cromatica plausibile.
Esistono bellissimi dipinti con figure umane colorate di giallo e blu o di verde e arancio (pensiamo ad esempio, ai dipinti di pittori "Fauves" quali Matisse e Andrè Derain) dove i rapporti cromatici, sono rispettati e perfettamente leggibili in quanto tali, anche se il colore della figura è tutt'altro che realistico.
La pennellata che l'artista esegue sulla superficie pittorica è il suo segno distintivo, la sua peculiarità (sia nel caso si tratti di una superficie liscissima, che nel caso di pennellata materica o al contrario, particolarmente liquida) per cui l'esecuzione dei segni e delle pennellate è una caratteristica importante (ma se vogliamo anche innata) che un pittore deve poter sviluppare. E' la sua calligrafia, il tratto attraverso il quale spesso si attribuisce la paternità ad un dipinto controverso e di dubbia provenienza.
Vincent Van Gogh non sarebbe stato l'artista geniale, che invece è, se non avesse "calcato" la mano ed esagerato quella sua dote naturale di segno espressivo, sia grafico che pittorico, che si era reso conto di possedere, e non lo avesse estremizzato, insistendo e lavorando sulla pennellata anziché cercare di domarlo e affinarlo come nell'Ottocento si insegnava nelle accademie o si vedeva nei quadri più ammirati dei "Salon" ufficiali di Parigi (dove, manco a dirlo, lui ed altri artisti del calibro di Cézanne erano ben lungi dall'essere ammessi!).
Si inizia con un’impari lotta per seguire
la natura
e tutto va male; si finisce col creare
tranquillamente
dalla propria tavolozza e la natura va
d’accordo e
segue quanto si fa.
Vincent Van Gogh
I RAPPORTI DI COLORE
Nel precedente articolo sulle dinamiche del colore, ho cercato di chiarire i concetti legati alla classificazione dei colori distinguendoli tra colori primari, secondari, terziari e complementari. Definito questo significato vediamo ora come sia possibile sfruttare i rapporti di colore in pittura.
I colori hanno la capacità di mutare il loro valore intrinseco nel momento in cui vengono accostati, ad un altro colore, sia in funzione del fatto che questo colore sia una tinta calda o fredda e sia in base alla superficie, più o meno ampia, delle tinte. Inoltre teniamo conto che il messaggio visivo che il dipinto trasmette è influenzato dal rapporto di ogni sua parte, compreso il colore.
Il pittore dilettante potrebbe cadere nell'errore di dipingere una determinata zona del quadro rimanendo concentrato su di essa e scegliendo determinati colori, senza tenere in considerazione il resto della superficie, con il rischio che a lavoro finito potrebbero esserci degli squilibri compositivi.
Capita a volte che si stenda un colore sulla tela bianca (che ha ancora intatto il massimo grado di luminosità) percependo quel colore appena steso, come molto luminoso, per poi vederlo diventare sempre più spento, man mano che si procede nella stesura degli altri colori. Questo accade perché la valutazione e la scelta cromatica è stata fatta tenendo conto delle singole tinte e non in base al loro rapporto reciproco.
Quando si realizza un quadro gli accostamenti da fare sono tanti e si dovrà prestare attenzione, come detto, alla giustapposizione dei colori vicini, ma anche alla tonalità generale del quadro che può a sua volta, influenzare i singoli accostamenti.
I colori hanno la capacità di mutare il loro valore intrinseco nel momento in cui vengono accostati, ad un altro colore, sia in funzione del fatto che questo colore sia una tinta calda o fredda e sia in base alla superficie, più o meno ampia, delle tinte. Inoltre teniamo conto che il messaggio visivo che il dipinto trasmette è influenzato dal rapporto di ogni sua parte, compreso il colore.
Il pittore dilettante potrebbe cadere nell'errore di dipingere una determinata zona del quadro rimanendo concentrato su di essa e scegliendo determinati colori, senza tenere in considerazione il resto della superficie, con il rischio che a lavoro finito potrebbero esserci degli squilibri compositivi.
Capita a volte che si stenda un colore sulla tela bianca (che ha ancora intatto il massimo grado di luminosità) percependo quel colore appena steso, come molto luminoso, per poi vederlo diventare sempre più spento, man mano che si procede nella stesura degli altri colori. Questo accade perché la valutazione e la scelta cromatica è stata fatta tenendo conto delle singole tinte e non in base al loro rapporto reciproco.
Quando si realizza un quadro gli accostamenti da fare sono tanti e si dovrà prestare attenzione, come detto, alla giustapposizione dei colori vicini, ma anche alla tonalità generale del quadro che può a sua volta, influenzare i singoli accostamenti.
Quando si prepara il colore sulla tavolozza occorre tenere presente le relazioni che i colori accostati tra loro andranno a sviluppare: ad esempio un arancione risulterà più giallo se accostato ad un rosso, ma sembrerà più rosso se accostato ad un giallo! Se invece l'arancione è giustapposto ad entrambi i colori contemporaneamente, manterrà la sua tonalità.
Anche la dimensione della campitura a cui stiamo accostando il nuovo colore sulla tela , influenzerà la percezione delle tinte coinvolte e la loro luminosità. Ad esempio se accostiamo un rosso e un verde che abbiano pari superficie avremo una situazione di contrasto in cui nessuna delle due tinte (complementari tra loro) avrà il sopravvento; se invece una delle due è in quantità minore (come estensione) il colore più esteso avrà maggior luminosità e attirerà su di se lo sguardo.
Anche la dimensione della campitura a cui stiamo accostando il nuovo colore sulla tela , influenzerà la percezione delle tinte coinvolte e la loro luminosità. Ad esempio se accostiamo un rosso e un verde che abbiano pari superficie avremo una situazione di contrasto in cui nessuna delle due tinte (complementari tra loro) avrà il sopravvento; se invece una delle due è in quantità minore (come estensione) il colore più esteso avrà maggior luminosità e attirerà su di se lo sguardo.
PITTURA TONALE E PITTURA TIMBRICA
In pittura si ricorre all'utilizzo di termini (che hanno un'analogia con quelli utilizzati in ambito musicale) quali "timbro" e "tono" ad indicare le due principali forme di accostamento di colore.
Il contrasto timbrico è realizzato mediante accostamenti di colori diversi mentre quello tonale si attua mediante la modulazione delle diverse gradazioni dello stesso colore.
Il fatto di scegliere una pittura "timbrica" piuttosto che "tonale" dipende dalle finalità che il pittore si prefigge, quale messaggio cioè egli vorrebbe trasmettere.
La pittura timbrica esprime in modo particolarmente intenso il contenuto del quadro, accordi squillanti e messaggi allegri o violenti; i cosiddetti pittori "fauves" (dal francese: le belve, i selvaggi) a cui accennavo più sopra, furono definiti così in conseguenza dei toni accesi e considerati aggressivi utilizzati nei loro quadri.
La pittura tonale ha, al contrario della timbrica, la capacità di esprimere sensazioni moderate, atmosfere soffuse e cariche di sentimento.
Per realizzare una pittura timbrica occorre utilizzare colori che sulla ruota (qui sotto riprodotta) si trovino in posizione distante e opposta, mentre nel caso di pittura tonale, i colori da utilizzare sono quelli più vicini e vanno in gradazione verso il colore posto alla destra o alla sinistra del colore preso come riferimento.
Infine, nell'analisi della pittura timbrica e tonale possiamo dire che la pittura timbrica si addice di più ad un linguaggio simbolico mentre quella tonale si presta meglio alla rappresentazione di atmosfere naturalistiche ed aderenti alla realtà.
Ovviamente va anche detto che in pittura le cose non sono così automatiche, non basta cioè scegliere una pittura timbrica piuttosto che tonale per far centro nel bersaglio! Diciamo che questa scelta aiuta il pittore nel perseguire il suo obiettivo comunicativo, ma poi sarà la sua maestria a portarlo ad esprimere esattamente ciò che lui vuole.
Il contrasto timbrico è realizzato mediante accostamenti di colori diversi mentre quello tonale si attua mediante la modulazione delle diverse gradazioni dello stesso colore.
Il fatto di scegliere una pittura "timbrica" piuttosto che "tonale" dipende dalle finalità che il pittore si prefigge, quale messaggio cioè egli vorrebbe trasmettere.
La pittura timbrica esprime in modo particolarmente intenso il contenuto del quadro, accordi squillanti e messaggi allegri o violenti; i cosiddetti pittori "fauves" (dal francese: le belve, i selvaggi) a cui accennavo più sopra, furono definiti così in conseguenza dei toni accesi e considerati aggressivi utilizzati nei loro quadri.
La pittura tonale ha, al contrario della timbrica, la capacità di esprimere sensazioni moderate, atmosfere soffuse e cariche di sentimento.
Per realizzare una pittura timbrica occorre utilizzare colori che sulla ruota (qui sotto riprodotta) si trovino in posizione distante e opposta, mentre nel caso di pittura tonale, i colori da utilizzare sono quelli più vicini e vanno in gradazione verso il colore posto alla destra o alla sinistra del colore preso come riferimento.
Infine, nell'analisi della pittura timbrica e tonale possiamo dire che la pittura timbrica si addice di più ad un linguaggio simbolico mentre quella tonale si presta meglio alla rappresentazione di atmosfere naturalistiche ed aderenti alla realtà.
Ovviamente va anche detto che in pittura le cose non sono così automatiche, non basta cioè scegliere una pittura timbrica piuttosto che tonale per far centro nel bersaglio! Diciamo che questa scelta aiuta il pittore nel perseguire il suo obiettivo comunicativo, ma poi sarà la sua maestria a portarlo ad esprimere esattamente ciò che lui vuole.
SIMBOLOGIA DEL COLORE
I colori sono spesso associati ad oggetti talmente conosciuti ed universali da diventarne il simbolo. E' uso comune dire ad esempio "è rosso come il fuoco" o "azzurro come il cielo" o "giallo come un limone". L'associazione del colore a questi oggetti permette e facilita la comunicazione rendendola più comprensibile; cosi come avviene ad esempio nella segnaletica stradale dove il rosso è associato ad un segnale di stop oppure di pericolo, il verde segnala la via libera, mentre il giallo ci pone in una condizione di attenzione!
Nel campo della pittura e della comunicazione visiva ad essa associata, la simbologia ha origine nella nostra infanzia, quando per disegnare il sole usavamo il pennarello giallo mentre per il cielo quello azzurro, così come le fronde di un albero erano indicate con una specie di nuvoletta verde e il tronco marrone.
Spesso i bambini si spingono oltre, e giungono a rappresentare gli oggetti del loro quotidiano utilizzando i colori in modo molto più arbitrario, legandoli alla loro esperienza più che al vero colore degli oggetti; questa forte simbologia contenuta nei loro disegni rende questi lavori particolarmente interessanti e spontanei; i bambini non hanno nessuna paura nell'utilizzare il colore e non sono condizionati da nozioni accademiche, col risultato che i loro disegni sono rivelatori della loro personalità e di molte altre cose.
Purtroppo crescendo ed acquisendo tante informazioni, si tende ad allontanarsi da questa spontaneità, sviluppando una maggiore oggettività nella rappresentazione a discapito della creatività.
Spesso i bambini si spingono oltre, e giungono a rappresentare gli oggetti del loro quotidiano utilizzando i colori in modo molto più arbitrario, legandoli alla loro esperienza più che al vero colore degli oggetti; questa forte simbologia contenuta nei loro disegni rende questi lavori particolarmente interessanti e spontanei; i bambini non hanno nessuna paura nell'utilizzare il colore e non sono condizionati da nozioni accademiche, col risultato che i loro disegni sono rivelatori della loro personalità e di molte altre cose.
Purtroppo crescendo ed acquisendo tante informazioni, si tende ad allontanarsi da questa spontaneità, sviluppando una maggiore oggettività nella rappresentazione a discapito della creatività.
Il pittore, per quanto possibile e scientemente, deve fare in modo di mantenere questa simbologia cercando di evitare che il processo analitico, tipico dell'adulto, neutralizzi la sua carica espressiva. Nel contempo però, l'artista deve anche sviluppare la capacità di distinguere le diverse cromie che compongono il nostro mondo circostante e saperle riprodurre.
Certo è che, pur avendo acquisito le leggi che regolano la formazione dei colori primari, secondari, terziari e complementari l'artista deve esprimersi liberamente senza sottostare a costrizioni di alcun tipo che possano limitare in qualche modo l'espressione di se.
Il valore simbolico del colore ha grande importanza in pittura e deve essere utilizzato dall'artista con intenti di comunicazione e volontà espressiva. La simbologia del colore che lo lega per esempio ad un determinato oggetto, se accostato ad un altro colore, in mescolanza secondaria , terziaria o complementare può diventare veicolo ed espressione di uno stato d'animo.
Se il bambino utilizza un certo colore è perché ritiene che usando quel colore il suo messaggio arrivi a destinazione, e anche il pittore può scegliere deliberatamente di utilizzare un certo colore per comunicare il suo preciso messaggio.
Ricordiamoci però che il colore e la sua simbologia ha anche caratteristiche ed influenze culturali, in quanto non in tutte le culture un certo colore è associato alla stessa simbologia: il nero o il viola sono, ad esempio associati al lutto o alla sfortuna in certi paesi della cultura occidentale, ma lo è viceversa il bianco, in altri paesi o in altre culture, e così via.
Infine, ciascuno ha nel proprio vissuto una personale associazione simbolica del colore in grado di trasmettergli una determinata sensazione o sentimento, ed in grado di fargli vivere una sua personale esperienza, che può essere sfruttata in pittura per fini comunicativi.
Infine, ciascuno ha nel proprio vissuto una personale associazione simbolica del colore in grado di trasmettergli una determinata sensazione o sentimento, ed in grado di fargli vivere una sua personale esperienza, che può essere sfruttata in pittura per fini comunicativi.
Nel periodo in cui fu ad Arles, Vincent scrive “ Ciò che ho imparato a Parigi se ne va, e io ritorno alle idee che mi erano venute in campagna, prima di conoscere gli impressionisti… perché invece di cercare di rendere esattamente ciò che ho davanti agli occhi, mi servo del colore in modo più arbitrario per esprimermi con intensità… esagero il biondo dei capelli, arrivando al tono arancione, al giallo cromo, al limone pallido. Dietro la testa, invece di dipingere il muro banale del misero appartamento, dipingerò l’infinito, farò uno sfondo semplice del blu più ricco, più intenso che riuscirò a ottenere; da questa semplice combinazione, la testa bionda illuminata su questo sfondo blu sontuoso rende un effetto misterioso come di stella nell’azzurro profondo.
”Nelle lettere di questo periodo abbondano i riferimenti al simbolismo dei colori: “ Esprimere l’amore di due innamorati con l’unione di due colori complementari, le loro combinazioni e i loro contrasti, le vibrazioni misteriose di toni ravvicinati. … Ho lavorato durante tre notti a dipingere (Il caffè di notte) … in questo quadro ho cercato di esprimere le terribili passioni umane con il verde e il rosso.. l’idea che il caffè è un posto dove ci si può rovinare, diventar pazzi, commettere dei crimini. Inoltre ho cercato di esprimere la potenza tenebrosa quasi di un mattatoio, con dei contrasti tra il rosa tenero e il rosso sangue e feccia di vino, tra il verdino Luigi XV e il veronese, con i verdi gialli e i verdi blu intensi. ”
Se sei un pittore particolarmente curioso, come lo fu Leonardo da Vinci, prova anche a leggere gli articoli "scientifici" che trattano di come il nostro cervello concepisce la creatività e come recepisce l'opera d'arte; sia dal profilo dell'artista che dalla parte dell'osservatore dell'opera.
Fonti delle immagini Pixabay.com
Lavoro molto interessante, preciso nella spiegazione, e nell'articolazione degli argomenti.
RispondiEliminaGrazie mille :-)
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