mercoledì 25 settembre 2019

LE REGOLE DEL COLORE NELLA PITTURA A OLIO

Quali sono le dinamiche del colore nella pittura a olio e quali le sue mescolanze primarie, secondarie e complementari?  Come ottenere le varie tinte per dipingere?

Chi vuole imparare a dipingere a olio deve necessariamente apprendere l'uso del colore e le sue dinamiche. Conoscerne le caratteristiche è molto importante per l'aspirante pittore, che deve essere in grado di realizzare tutte le tinte a lui più congeniali, attraverso le infinite possibili mescolanze di colore. Inoltre, è bene che  il principiante apprenda le basi fondamentali del mezzo pittorico, partendo dallo studio e dalla conoscenza approfondita dei materiali necessari per dipingere



Le dinamiche del colore nella pittura a olio
LE DINAMICHE DEL COLORE NELLA PITTURA  A OLIO





La pittura a olio è una tecnica molto antica. Fu l'idea di aggiungere olio ai pigmenti colorati che ne determinò la nascita; sino a quel momento i pittori usavano colori a tempera, il cui medium era l'acqua e altri ingredienti addizionati ai pigmenti, quali le gomme naturali, la caseina o l'uovo che, pur conferendo una certa corposità alle tinte, non risolvevano il problema della deperibilità della pittura.


La scoperta dei colori a olio determinò una vera e propria rivoluzione in ambito artistico; i nuovi colori realizzati in questo modo, seccavano molto lentamente permettendo all'artista di dipingere su colore fresco e di lavorarlo a lungo, ottenendo in tal modo un maggior grado di profondità rispetto alle tempere.

Una volta asciutta, la pittura a olio diviene particolarmente elastica e resistente, al punto che le opere possono essere arrotolate su se stesse senza conseguenze.
Infine, questo tipo di pittura, presenta caratteristiche di stabilità del colore alla luce, e durevole conservazione delle opere nel tempo.

Se da un lato i colori a olio sono estremamente complessi, in virtù della grande possibilità di utilizzo che offrono al pittore, dall'altro sono facilmente adatti ad ogni tipo di sperimentazione, anche da parte dei principianti.

La lentezza di essiccazione permette qualsiasi ripensamento, sia nella fase in cui il colore è ancora fresco e può quindi essere raschiato dalla tela con una spatola, o rimosso con carta e stracci e poi steso nuovamente; sia quando è asciutto o semi-asciutto, mediante la sovrapposizione di altro colore.
A volte questi ripensamenti conferiscono all'opera un particolare interesse, arricchendola di  tinte, sfumature e profondità: attenzione però, ciò avviene a patto che ogni ritocco venga eseguito con parsimonia, altrimenti il dipinto perde in freschezza trasformandosi nella cosiddetta "crosta".

Picasso affermò che a volte il pittore "perde" il dipinto al punto da considerarlo fallito,  per poi "ritrovarlo" continuando a lavorarci sopra!

Diversamente da quello che accadeva un tempo, quando l'artista provvedeva in proprio alla formazione dei colori mescolando il pigmento all'olio, oggi in commercio disponiamo di una vasta gamma di tinte, sia per fascia di prezzo che per qualità offerta.


Personalmente io utilizzo (e mi sento di consigliare) i colori della Royal Talens e quelli della Maimeri (che utilizzavo in Accademia) tenendo presente che:

- I colori a olio Royal Talens serie Rembrandt sono adatti, in ragione del prezzo piuttosto elevato che varia in base alle tinte, a chi è già esperto;

- I colori a olio Maimeri serie  "Classico"  sono invece adatti ai principianti e presentano un ottimo rapporto qualità/prezzo.




La differenza tra le due gamme di colore è data dalla concentrazione di pigmento nel tubo e, per alcune tinte, dal grado di resistenza alla luce. Teniamo inoltre presente che, quando utilizziamo il colore di alta qualità, la dose occorrente nella formazione delle tinte è inferiore (ne basta pochissimo) rispetto al colore di gamma più economica, dove è necessario spremere di più il tubetto, in conseguenza di una minore capacità colorante.

Perciò come si dice: chi più spende, meno spende. Ognuno dovrà valutare l'acquisto di una, piuttosto che dell'altra gamma,  sulla base delle proprie capacità tecniche del momento (e forse agli inizi è bene sperimentare con colore a basso prezzo, perché di sprechi ce ne saranno molti!)  ed in considerazione dei risultati di conservazione del dipinto nel tempo che il pittore, principiante o meno, vuole ottenere.




SOLVENTI E DILUENTI DEL COLORE



La tecnica della pittura a olio prevede inoltre l'utilizzo di solventi e diluenti.

I solventi si usano per la pulizia dei pennelli, e sono ad esempio:

- Acquaragia che è di origine minerale e deriva da idrocarburi, pertanto fortemente inquinante e tossica all'inalazione, pulisce bene i pennelli però tende a seccarli;

- Ecofluid un prodotto eco-compatibile, non inquinante, inodore e incolore, che lascia i pennelli molto morbidi senza seccarli, non è volatile e quindi non evapora se lasciamo il barattolo o il lava-pennelli aperto, inoltre è ottimo sia per la pulizia degli strumenti, che utilizzato per diluire i colori. Va benissimo per chi dipinge nella propria abitazione perché non crea problemi di tossicità nell'ambiente.


Le dinamiche del colore nella pittura a olio
LE DINAMICHE DEL COLORE NELLA PITTURA  A OLIO


Per dipingere a olio occorrono inoltre i diluenti per il colore che sono:

- olio di lino  che può essere crudo o cotto; il primo secca più lentamente mentre il secondo è apprezzato perché conferisce al colore la capacità di seccare più velocemente;

- olio di papavero di aspetto più chiaro e incolore;

- olio di noci di colore più scuro;

A questi prodotti possiamo aggiungere l'essenza di trementina e l'essenza di petrolio che sono adatti alla diluizione dei colori senza presentare problemi di ingiallimento. E' necessario diluire i colori quando desideriamo usarli molto liquidi, come nel caso delle colature, oppure per avere effetti velati e in trasparenza. Con questi prodotti otterremo un colore più "magro" mentre se utilizziamo nella diluizione gli oli citati più sopra,  otterremo un colore più corposo e "grasso".

Diluire il colore serve infine, a  renderlo fluido e scorrevole sulla tela. In genere è buona regola dipingere "grasso su magro" nel senso che il quadro va iniziato con colori più diluiti e magri, per arrivare al finale con colori più materici e grassi.




QUALI COLORI A OLIO SCEGLIERE?



Ogni pittore sviluppa nel suo operare artistico una propria gamma di colori preferita, tende cioè ad utilizzare prevalentemente una palette che si lega al suo modo di dipingere e più in generale al suo stile espressivo.
Ci sono però colori che non possono mancare nella cassetta di un pittore e dai quali si possono poi ottenere tutta una serie di altre tinte derivate.

Dalla mia esperienza mi sento di proporre il seguente elenco di tinte della Royal Talens serie Rembrandt:

- bianco di zinco   = colore n. 104 
- bianco di titanio  = colore n. 105  
- nero d'avorio   colore n. 701    

- ocra gialla   = colore n. 227   
- giallo di cadmio  =  colore n. 271 (medio)  o  210 (scuro) 
- terra di Siena naturale e bruciata  =  colore n. 234 e n. 411    

- rosso di cadmio (medio)  = colore n. 314  
- lacca di garanza   = colore n. 395    

- blu di Prussia  = colore n.508   
- blu oltremare   = colore n. 500    
- blu cobalto   = colore n. 513   
- blu indaco  =  colore n. 533 
- blu Sevrès  = colore n. 530    

- violetto n.463 della Maimeri Classico  (anche se il viola è  un colore realizzabile miscelando il rosso + il blu, è opportuno a mio avviso averne un tubo pronto, con il quale si possono ottenere, in aggiunta all'ocra gialla e ad una punta di rosso, dei bellissimi color "carne" per dipingere gli incarnati delle figure. 

In ogni caso un pittore potrebbe essere in grado di formare tutte le tinte che gli necessitano partendo solo dai tre colori fondamentali (o primari).


Leggi anche : L'atelier del pittore come organizzarlo al meglio





COMINCIAMO A MESCOLARE I TRE COLORI PRIMARI 

(e vediamo cosa succede)



Come nascono i colori primari ? NON nascono!  sono definiti primari o fondamentali proprio perché non derivano da alcuna mescolanza ma sono contenuti allo stato puro nei raggi di luce, che è la responsabile della formazione di tutti i colori che possiamo comunemente osservare nel nostro mondo materiale, essi sono:


- il giallo (primario)

- il rosso (magenta)
- il blu (ciano primario) 


Questi tre colori, combinati tra di loro, danno origine ai colori secondari nel seguente modo:


1) giallo + rosso = arancione

2) giallo + blu = verde
3) blu + rosso = viola



I colori terziari infine derivano dalla miscelazione in quantità maggiore di uno dei due componenti il colore secondario, in modo che nella coppia di colore secondario ci sia uno squilibrio, facendo virare la tinta verso il colore che risulta essere in quantità più elevata.



Ciò è evidente osservando la ruota dei colori qui riprodotta; dove al centro troviamo i tre colori fondamentali; i tre triangoli esterni ad essi sono invece i colori secondari, mentre nella ruota più esterna troviamo  tutte le gamme cromatiche terziarie ottenibili aggiungendo una quantità maggiore di uno dei due colori primari che intervengono nella formazione della coppia di secondari (ad esempio più giallo nella coppia giallo-rosso o più blu nella coppia blu-rosso e così via.)



Le dinamiche del colore nella pittura a olio
Ruota cromatica con colori primari, secondari e terziari





Se invece mescoliamo tra loro tutti e tre i colori primari cosa succede? 
A quel punto otteniamo il GRIGIO anch'esso influenzato dall'eventuale maggiore presenza di uno dei colori rispetto agli altri: quindi potremmo avere un grigio-giallastro, un grigio-bluastro o un grigio-rossastro.



Consiglio: quando sulla tavolozza avanziamo i colori a fine giornata, mischiamoli tutti insieme,  otterremo uno splendido grigio da utilizzare, anziché raschiare ed eliminare il poco colore avanzato di ciascuna tinta.





I COLORI COMPLEMENTARI



Cosa sono invece i colori complementari? Complementare è il colore che rimane escluso dalla formazione delle coppie di colori secondari, quindi:

- il rosso è il complementare della coppia formata dal blu + il giallo cioè il verde
- il blu è il complementare della coppia formata dal rosso + il giallo cioè l'arancione
- il giallo è il complementare della coppia formata dal rosso + il blu cioè il viola


Accostare un colore al suo complementare determina un rafforzamento del colore stesso. Le coppie di colori complementari acquisiscono una straordinaria luminosità e pongono in atto una vicendevole esaltazione.


Conoscere queste dinamiche del colore è importantissimo per il pittore, che sarà in grado si scegliere, con cognizione di causa, gli accostamenti che presentano maggior forza nella creazione della propria opera.

Un pittore colorista quale fu Vincent Van Gogh, fece di questi accostamenti la sua peculiarità, creando opere di straordinaria forza espressiva. Abbiamo tutti presente la meraviglia dei suoi  gialli o arancio abbinati agli intensi cieli color viola o blu.



CARATTERISTICHE DEI COLORI, RESISTENZA ALLA LUCE E STABILITA' NEL TEMPO




La resistenza alla luce e la stabilità delle tinte nel tempo è un'altro aspetto di cui il pittore deve tenere debito conto.



Nello scegliere i colori prestiamo quindi attenzione al grado di resistenza alla luce indicato su ogni tubo di colore. 
Quelli di alta gamma presentano tutti il massimo grado di resistenza e di inalterabilità nel tempo; su quelli di gamma inferiore occorre invece stare attenti; generalmente il grado di stabilità è indicato con dei segni grafici quali il + o l'asterisco * e vanno da 1 a 2 o 3 a seconda della maggior stabilità.

Su ciascun tubo è inoltre indicato il grado di trasparenza o di capacità di copertura del colore.


Vediamo quali sono le caratteristiche di ciascun colore della lista che ho indicato più sopra:


- Il bianco di zinco è poco coprente e può essere utilizzato in mescolanze con colori trasparenti, mantenendone le caratteristiche di lucentezza e trasparenza;


- il bianco di titanio è invece coprente per cui è adatto alla formazione di tinte corpose e materiche (inadatto quindi per formare tinte da utilizzare in velatura);


- il nero d'avorio è un nero caldo, semi-coprente, molto intenso. Questo nero, unito al giallo cadmio medio produce dei verdi scuri molto belli;


- le terre di Siena naturale e bruciata, sono molto stabili, e attribuiscono alle tinte che andiamo a formare. un effetto smorzato, con la terra bruciata si ottengono tinte rosate molto interessanti;


- il giallo ocra è una tonalità che permette di formare dei verdi oliva caldi ed interessanti, inoltre unito al violetto, permette di realizzare varie tinte per l'incarnato delle figure;


- il giallo di cadmio è un bellissimo giallo brillante che permette di formare degli splendidi verdi, che variano a seconda che sia miscelato con il blu di Prussia, piuttosto che il blu oltremare o il celeste ecc. Attenzione ad acquistare l'intensità "media o scura" perché schiarire con il bianco una tinta è molto più semplice che scurirla con il nero; se lo acquistiamo nella gamma "chiara" e ci occorre più scuro, diventa difficile scurire il colore.


- il rosso di cadmio vale quanto detto a proposito del giallo. E' un rosso acceso e  brillante con cui ottenere tinte luminose, dai rosa agli arancioni.


- la lacca di garanza è un rosso freddo, trasparente con cui ottenere dei rosa violetti, lilla o viola molto intensi (unito al blu indaco)


- il blu di Prussia è un particolare blu con cui ottenere, unito al giallo cadmio, dei verdi brillanti vicini al color smeraldo;


- il blu oltremare è un blu freddo;


- il blu cobalto è un blu brillante un po' più caldo


- il blu celeste (o di Sevrès) permette di realizzare degli azzurri che virano verso un color verde acqua oppure per ottenere dei verdi chiari bellissimi;


- il blu indaco è un blu freddo, con cui comporre combinazioni di tinte dal viola (unito alla lacca di garanza) al verde intenso (unito al giallo cadmio) al verde oliva (unito all'ocra gialla)


- il violetto permanente bluastro della Maimeri Classico n. 463. Unito all'ocra gialla, risulta utile per formare facilmente tinte della  gamma cromatica di beige e di color "incarnato"  




In tutte le combinazioni cromatiche entra inoltre in gioco il bianco (di zinco o titanio a seconda che si voglia ottenere un colore più o meno coprente) per schiarire le tinte;  e il nero per scurirle, anche se quest'ultimo colore deve essere usato nelle mescolanze con parsimonia in quanto tende ad annerire e smorzare la lucentezza dei colori.


Ricordiamoci infine che quando mescoliamo le nostre tinte sulla tavolozza, esse appariranno diverse rispetto a quanto le andremo a stendere sulla tela, e questo perché ciascun colore una volta accostato ad un altro, ne verrà influenzato; perciò un verde che può sembrare pallido o spento sulla tavolozza, magari apparirà brillante e luminoso una volta accostato ad altri colori sul quadro, soprattutto al suo complementare.


Le velature a olio come si fanno?



COME SI CREA IL COLORE MARRONE?


Concludo la panoramica sui colori e sulla loro formazione e dinamica, con una nota su un colore particolare, che spesso non si sa come comporre, ecco le tinte che entrano in gioco nella formazione del marrone:



Marrone caldo = Rosso di cadmio + Nero d'avorio

Marrone freddo = Lacca di Garanza + ocra gialla + Nero d'avorio
Marroncino chiaro/ beige = Ocra gialla + violetto (e un po' di bianco)







Fonte delle immagini: Pixabay.it

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