Cerchiamo, attraverso il commento di alcune frasi che Munch scrisse sul suo diario, di rubare qualche suo segreto..
Edvard Munch - olio su tela |
Munch nel suo diario non inserisce quasi mai date o riferimenti a luoghi, e se lo fa, essi si rivelano spesso inesatti. Il suo diario inizia con questa affermazione sulla pittura:
"E' preferibile realizzare un buon quadro incompiuto piuttosto che dipingerlo compiuto ma povero. I più considerano concluso un dipinto dopo l'inserimento del maggior numero possibile di dettagli (...)"
Come non essere d'accordo ? Non sarà certo la ricchezza di particolari, o l'inserimento di dettagli che non aggiungono nulla all'opera, a rendere un lavoro artistico interessante; anzi semmai il contrario.
" (...) una sola pennellata può essere un'opera d'arte compiuta"
Ci sono quadri, tra cui quelli di Munch, che "dicono tanto con poco", ed è il fine che ciascun artista dovrebbe porsi, quello cioè di sintetizzare l'immagine (senza però impoverirla) rendendola efficace e direttamente comunicativa.
" (...) Ogni tratto deve procedere da volontà e sentimento"
I passaggi che il pittore compie nel dipingere il proprio quadro devono essere sorretti da "volontà", devono cioè essere compiuti con cognizione di causa, sapendo quel che si fa e dove si vuole arrivare. Tutto ciò deve essere poi accompagnato dal "sentimento", che costituisce l'anima dell'opera.
COS'E' L'ARTE PER MUNCH
" Per me, dipingere è come essere ammalato o intossicato - una malattia dalla quale non vorrei mi si guarisse, un'intossicazione di cui non posso fare a meno."
Con queste parole Munch esprime tutta la sua necessità di fare pittura; tutto il suo amore per l'arte. Questo amore non sempre però è un amore felice, tant'è che Munch lo paragona ad una malattia, da cui però aggiunge, non vorrebbe mai e poi mai esserne guarito.
E' una malattia, in quanto è ossessione, ma è anche, allo stesso tempo, amore per il fatto di non poterne fare a meno.
Nel proseguo del diario, Munch affronta molte volte il discorso dell'arte riferito alla natura, e alla mimesi (imitazione) di essa.
"Al di là della natura non occorre dipingere - bisogna rifarsi a lei o attingere al suo fertile serbatoio."
E' una mimesi relativa quella di cui parla Munch, non intesa nel senso stretto del termine.
La natura offre lo spunto, a cui l'artista guarda e da cui si lascia affascinare, al punto tale che desidera parlarne nella propria opera, ma la mimesi vera e propria finisce lì.
Il resto deve scaturire dal cuore e dall'anima dell'artista.
"Arte e Natura. Arte è il contrario di Natura. Un'opera d'arte sgorga direttamente dal più intimo essere dell'uomo."
e prosegue:
"Arte è un'immagine convertita in forma, che si affaccia all'esistenza in virtù dei nervi umani. Cuore. Cervello. Occhio."
E' l'animo umano dell'artista a produrre l'opera d'arte, e l'arte è vista da Munch come un qualcosa dotato di vita propria, che viene messo al mondo mediante la fisicità umana.
Sono i nervi, il cuore e il cervello a produrre l'opera d'arte, che a sua volta, da immateriale che è all'origine, entra a far parte del mondo fisico.
Il processo che Munch segue per portare in vita l'opera, è descritto con queste parole:
"Dapprima disegno attingendo dall'insieme - dopo, dissezionando, tratteggio i tronchi slanciati - delineo per ulteriore dissezione i rami che emergono dal tronco...Poi il fitto dei ramoscelli...finché anche i più esili si staglino in mezzo al folto. (...) C'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Sudo e fatico. "
Dipingere è fatica, lo abbiamo già detto anche a proposito di Van Gogh o Delacroix (Leggi qui: Diventare come Van Gogh e Il Diario di Delacroix fu scritto per gli artisti) e anche Munch conferma questo aspetto dell'arte. Nulla nasce senza fatica, impegno e determinazione. E Munch non si risparmia, sacrifica tutto sé stesso, cosi come fecero prima di lui Van Gogh, Delacroix, e tanti altri.
"Che cos'è l'arte? L'arte emerge dalla gioia e dal dolore. Maggiormente dal dolore. Fiorisce dal vivere umano."
A più riprese, Munch si interroga su cosa sia o cosa debba essere l'arte, da che cosa essa debba essere originata, quale sia il motore che la muove. E la risposta è sempre la stessa: la vita, l'anima e il cuore.
"L'arte descrive questo vivere - le sue manifestazioni."
L'artista ha il compito di restare in osservazione, guardare e percepire il mondo, vivere la sua vita e metterla su tela.
"La pittura è percezione che nasce da l cervello, filtrata attraverso l'occhio."
Ed è la natura, ancora una volta ad avere un ruolo importante. E' l'origine del mondo ma anche dell'arte.
"L'arte è un regno autonomo, sebbene esso sia parte del regno della natura. (...) La natura è il primo ausilio dell'arte."
Natura unita al sentimento. Questo è per Munch il connubio vincente nell'arte; anzi è forse il solo scopo per cui fare arte e per cui dedicare ad essa la propria vita.
"Copiare la natura. Di certo non riusciamo in alcun modo a catturare la natura - meglio offrire il sentimento - di per se stesso."
LA RAPPRESENTAZIONE ARTISTICA SECONDO EDVARD MUNCH
Nel suo diario, Munch, affronta, l'argomento specifico del ritratto, ponendolo in confronto con la fotografia.
"Propongo che si affronti in un dibattito il problema del contrasto tra rappresentazione fotografica e ritratto pittorico."
Ovviamente tra un ritratto pittorico e un ritratto fotografico esistono molte diversità, non si avrà lo stesso risultato utilizzando questi due mezzi così diversi tra loro; e Munch ci tiene a sottolineare il ruolo peculiare dell'opera pittorica rispetto a quella fotografica.
Il risultato che si avrà, a parità di soggetto e di inquadratura, sarà di produrre due opere molto diverse tra loro, ma due sono le caratteristiche che entrambe le opere devono possedere:
"Il secondo requisito di un ritratto è di non sembrare costruito in posa. Il primo è di essere arte."
Evidentemente Munch aveva avuto richieste, da parte di committenti, di opere maggiormente somiglianti all'originale, oppure maggiormente in linea con quello che il soggetto ritratto si aspettava di ottenere.
Ma l'arte di Munch è abbastanza lontana da questo.
La rassomiglianza del soggetto all'originale non è tra gli obbiettivi che il pittore si prefigge. Semmai si tratterà di somiglianza intesa come aderenza al tema, al messaggio che Munch vuole trasmettere, e non alla realtà oggettiva. Ed in questo sta l'arte!
"Io inviterei un interlocutore a rivolgersi a un fotografo. In tal caso risulterebbe possibile una piena rassomiglianza."
E ancora prosegue nel suo diario
"Aggiungerei quanto è arduo per un artista evitare di imprimere una certa rassomiglianza e perciò gli proporrei di consultare un fotografo. (...) Questo procedimento meccanico di produzione, compiuto da una mano esperta, garantisce ottimi risultati."
Anche volendo, non sarà mai possibile per un artista ritrarre una persona, così come quest'ultima vorrebbe; così come il suo "autoritratto" mentale gli fa credere di essere. Ognuno di noi è visto dagli altri in un modo che non corrisponde esattamente al modo in cui ciascuno pensa di poter essere visto.
Il ritratto di un pittore, ed in special modo di un pittore come Munch, che fa della propria soggettività, il pilastro portante della sua pittura, non potrà mai essere qualcosa di oggettivo, ma semmai l'esatto contrario; Munch vive il soggetto e lo rappresenta così come lo vive.
"Vorrebbero che il pittore si comportasse come una macchina fotografica. Vorrebbero che io cogliessi colui che posa dinnanzi a me così come lui stesso si conosce - nel modo in cui si è visto - in una infinità di istanti segreti (...)"
Lo sguardo del pittore sarà influenzato dal suo vissuto, e non da quello della persona ritratta, o per lo meno non totalmente. Egli, attraverso le fattezze (anche inesatte) del soggetto parla sempre di sé stesso.
Molti ritratti pittorici eseguiti da grandi artisti, perseguono e ottengono, una profonda indagine psicologica della persona ritratta, ma spesso ciò è ottenuto anche se la rassomiglianza fisica non è esatta.
Molti ritratti pittorici eseguiti da grandi artisti, perseguono e ottengono, una profonda indagine psicologica della persona ritratta, ma spesso ciò è ottenuto anche se la rassomiglianza fisica non è esatta.
Munch ritrae il soggetto, ma sostanzialmente parla di ciò che la sua vita e il suo vissuto gli suggeriscono. Starà poi all'osservatore ritrovarsi dentro di essa.
Munch scrive:
" (...) così come lo ha misurato il sarto - e vorrebbero che il pittore assumesse lo sguardo con cui lo guarda l'amante (lo sguardo appartenuto alla propria madre)"
"Non di certo come lo vede l'artista"
"Non di certo secondo l'impressione immediata che è in sé la prima condizione del produrre artistico."
E' l'impressione immediata ciò che muove il produrre artistico. La sensazione, cioè, che il pittore trae osservando chi (o cosa) ha dinnanzi a lui. Una rappresentazione spontanea in assenza di mediazione, ragionamento oppure indotta da altri fattori.
Ed è proprio questo approccio immediato, che per Munch, produrrà i risultati migliori.
E' l'obbiettivo da perseguire in arte, non la semplice rassomiglianza fisica fine a se stessa, che al più produrrà un esercizio di stile, seppur tecnicamente esatto.
"Che cosa direste se uno sfortunato pittore si adoperasse a ritrarre uno stormo di oche - e queste all'improvviso prendessero a starnazzare e rifiutassero di farsi raffigurare in quello specifico modo?"
La libertà di scelta dell'artista è fondamentale per Munch. L'opera d'arte scaturisce proprio dal modo di vedere un certa cosa, dal modo di parlarne nell'opera, e dal modo di esprimerla sulla tela, facendola poi rivivere in chi la osserva.
"O se un pittore lavorasse nei pressi di una casa rossa al centro di un paesaggio - e nel pieno dell'opera la udisse strepitare, attraverso il portone, no, io non sono così - le mie linee e i miei colori sono più eleganti. Quel dipinto non mi somiglia."
Continua Munch, in un altro passo del diario:
"L'effetto di un quadro dipende da ciò che veicola"
Questa è una sacrosanta verità. Ci sono quadri che trasmettono moltissimo, pur parlando di cose semplici e con mezzi semplici.
Quando è grande arte, ci troviamo davanti a dipinti che raffigurano soggetti semplici, come un fiore in un bicchiere, oppure un paesaggio formato da poche linee, eppure l'opera ti tocca nel profondo...come mai accade questo?
Quando è grande arte, ci troviamo davanti a dipinti che raffigurano soggetti semplici, come un fiore in un bicchiere, oppure un paesaggio formato da poche linee, eppure l'opera ti tocca nel profondo...come mai accade questo?
"Quando al tramonto le nuvole colpiscono i sensi così da sembrare una coltre sanguinante - sicuramente non basta dipingere nuvole ordinarie. Si agisce in modo diretto - tratteggiando l'impressione immediata. L'immagine deve riprodurre il sangue delle nubi."
Il segreto, molto probabilmente consiste nella rappresentazione immediata che dicevamo più sopra, e che Munch ripete anche in questa frase del diario.
E' l'immediatezza (ma non intesa come velocità di esecuzione) ma semmai come non-mediazione, non-compromesso; solo sensazione e anima!
"Io non dipingo ciò che vedo. Ma ciò che ho visto." (Kristiania, 1890)
MUNCH CONSIGLI E PENSIERI SULL'ARTE
In diversi passaggi del diario, Edvard Munch si sofferma a ragionare sul sistema dell'arte moderna (sua contemporanea) e su come vengano condotte le mostre e le altre manifestazioni legate all'arte.
"La rovina dell'arte moderna - sono le grandi mostre - queste piazze da mercato."
Già nella sua epoca il mercato dell'arte comincia ad assumere i contorni che tutt'oggi lo contraddistingue (Leggi qui l'approfondimento sulle dinamiche del mercato dell'arte) e a Munch questo non piace, o per lo meno non soddisfa in pieno.
" (...) E il fatto di attendersi dai quadri un effetto gradevole una volta appesi alla parete - per abbellirla."
Rivendica per l'arte un ruolo più profondo del semplice abbellimento di una parete della casa.
L'arte per Edvard è il mezzo per comunicare, è la necessità che muove l'artista al fine di essere ascoltato, seppur attraverso una immagine "muta" quale è la pittura. E questo strumento (la pittura) non può certo servire solo come mezzo per decorare una bella casa o un museo.
"Lo scopo non è l'interesse per il dipinto - ancor meno trasmettere alcunché."
Questo è ciò che Munch percepisce dal pubblico che visita e compra presso le gallerie di Parigi.
L'artista, attraverso il fare arte, vuole raggiungere uno scopo più alto, ma questo ideale a cui egli aspira, va a scontrarsi con la realtà delle gallerie di Parigi (nel caso che descrive Munch) che al contrario sono interessate più al mercato che ad altro.
"E pensare che 7 anni addietro sono approdato a Parigi con il divorante desiderio di esporre in una galleria d'arte."
Il primo soggiorno di Munch a Parigi risale al 1885 ed egli scrive nel diario
"Pensavo che quell'esperienza mi avrebbe scosso nel profondo, ma provai soltanto disgusto"
E' evidente che, il motivo per cui andò a Parigi in quel lontano 1885, non fu ciò che il pittore si aspettava: e cioè che qualcuno recepisse il suo messaggio, al di là della bellezza estetica del quadro.
Quando Munch dipinge, il suo intento non è solo quello di creare un quadro gradevole, ma anche l'obbiettivo di riuscire ad infondere nell'opera il suo stato d'animo. Inserire cioè, nella materia, nell'immagine e, nel colore, ciò che egli sentiva, più che ciò che stava fisicamente guardando.
"Mi è accaduto durante la fase del realismo e dell'impressionismo. Di tanto in tanto, ora in una condizione mentale a pezzi, ora in uno stato d'animo di gioia, percorrevo un paesaggio che mi sarebbe piaciuto ritrarre. Afferravo il cavalletto - lo installavo, e dipingevo direttamente dalla natura."
" Ne derivava un buon quadro, però non quello che intendevo dipingere."
"Non riuscivo a ritrarre il paesaggio così come lo vedevo, nella condizione mentale malsana, o nello stato d'animo di gioia. Questo accadeva di frequente. In simili circostanze cancellavo ciò che avevo dipinto. Nella mente mi sforzavo di richiamare alla memoria quella prima immagine - quella prima impressione, e tentavo di raffigurarla."
Mentre dipinge, Munch insegue attraverso la forma e il colore, la rappresentazione della sua anima, più che del paesaggio che lo circonda.
E' qualcosa di assolutamente autobiografico, e se ciò non riesce come il pittore vorrebbe, egli non esita a cancellare ciò che ha fatto, in quanto non rispondente alle sue intenzioni e alla sua necessità più profonda.
E' qualcosa di assolutamente autobiografico, e se ciò non riesce come il pittore vorrebbe, egli non esita a cancellare ciò che ha fatto, in quanto non rispondente alle sue intenzioni e alla sua necessità più profonda.
"Ho dipinto una tela dopo l'altra seguendo le fugaci impressioni che attraevano il mio sguardo."
"La maggiore o la minore somiglianza del dipinto rispetto al paesaggio non ha alcuna importanza."
Non è la rassomiglianza al paesaggio fisico, ma bensì a quello mentale e a quello vissuto nel proprio interiore, che Munch vorrebbe raffigurare.
Una scena osservata per strada o in una determinata circostanza, così come un paesaggio, possono suscitare emozioni e sensazioni diverse e contrastanti in chi li osserva.
Ognuno di noi percepisce il mondo e ciò che in esso accade, attraverso il filtro del nostro vissuto precedente e dello stato d'animo che abbiamo nel momento in cui accade il fatto.
"E' impossibile spiegare un dipinto. La vera ragione che ha indotto a dipingerlo è l'impossibilità di spiegarsi in qualunque altro modo."
La pittura è per Munch il solo mezzo per comunicare ciò che egli vive, tentando di trasmetterlo in quel preciso modo agli altri. In quel momento poteva esprimersi solo così, e questa è l'unica spiegazione che è possibile dare.
"E' possibile fornire unicamente un labile indizio della direzione seguita dal proprio sforzo."
La pittura è comunicazione; direi la comunicazione più immediata, senza giri di parole. L'immagine parla in modo diretto a chi la osserva, mutando il suo messaggio iniziale, ed adattandolo a ciascun osservatore.
"L'arte consiste, al massimo grado, nel bisogno di un essere umano di comunicare con gli altri."E poi ancora
"Io credo unicamente in un'arte che sia dettata dal bisogno umano di aprire il proprio cuore."
Per concludere, questa lezione immaginaria del maestro Edvard Munch, facciamo nostra questa massima riassuntiva dell'arte e del fare pittura che egli scrisse nel suo diario e che può, in qualche modo, guidarci mentre dipingiamo i nostri quadri.
"L'arte è il sangue del proprio cuore".
Bibliografia:
Edvard Munch - Frammenti sull'arte (A cura di Marco Alessandrini) - Carte d'artisti 93 - Abscondita
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www.cinziabusto.com
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